L’isola di Omadhoo, nelle Maldive, è situata nella parte sud est dell’atollo di Ari (Aliff Dahal), ad un’ora e mezzo di barca veloce dalla capitale Malè.
Dopo una lunga ricerca abbiamo scelto quest’isola per una serie di motivi. Primi fra tutti la bellezza delle spiagge e la vicinanza del riff, ed in questo non siamo rimasti affatto delusi. Le spiagge dell’isola sono splendide e per nulla affollate, mentre il riff, oltre ad essere facilmente accessibile, è incredibilmente gremito di pesci multicolori.
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Perché Omadhoo
Per quanto riguarda l’isola, invece, bisogna fare un discorso particolare. Prima di partire ci eravamo ben documentati e sapevamo a cosa andavamo incontro. Queste non sono le Maldive dei resort da cartolina, con SPA ed animazione, dove tutto è perfetto, pulito e organizzato, queste sono le vere Maldive, quelle dove la gente vive e lavora e dove tu sei ospite e sei tenuto ad adeguarti al loro stile di vita.
L’isola è stupenda, ma non è immacolata, troverai anche cartacce e bottiglie di plastica per terra. Le case non sono tutte nuove e dipinte di fresco, ma ci sono anche catapecchie o cantieri aperti. La spazzatura viene bruciata all’aria aperta. Ci sono motorini che girano per le strade di sabbia battuta e la sera non c’è quasi illuminazione. Non ci sono negozi di moda e souvenir, ma solo piccoli empori che vendono cose utili per la vita quotidiana. Non ci sono bar dove fare l’happy hour (qui l’alcool è severamente proibito) e le donne vanno in giro coperte da nere tuniche che non tolgono neanche per fare il bagno in mare.
Tutto questo potrà spaventare alcuni, ma per noi è l’essenza di un viaggio, perché dopo una giornata tra spiagge da sogno e mari incredibili, bere una spremuta di frutta fresca facendo due chiacchiere con qualche locale e poi perdersi per le vie buie (ma sicurissime) nel silenzio totale, con qualche ombra furtiva che ti passa accanto salutandoti cordialmente, annusando i profumi di una vegetazione incredibilmente rigogliosa, sono esperienze che non hanno prezzo.
I Maldiviani
Due parole vanno spese sulla popolazione. L’isola conta ufficialmente circa 800 abitanti, ma neanche la metà di loro vi vive stabilmente. Questo la dice lunga sulla carenza di possibilità lavorative in queste piccole isole dove un tempo si viveva di sola pesca. Nonostante ciò, l’atmosfera che si respira è di grande serenità e rilassatezza. I maldiviani non sembrano patire più di tanto una condizione economica disagiata, anzi, anche complice il gran caldo, non si può dire che siano protesi verso ritmi lavorativi forsennati.
Le Donne
Discorso a parte meritano le donne. Il loro abbigliamento fortemente castigato, a prima vista le farebbe sembrarle succubi di un sistema religioso particolarmente oppressivo, ma ad uno sguardo più attento ci si accorge che le cose, almeno apparentemente, non stanno proprio così. Godono di una libertà superiore a quella vista in altri paesi musulmani, guidano le moto e le più giovani hanno tutte il loro cellulare perennemente in mano. Sono più incuriosite che infastidite dai turisti con i quali devono relazionarsi giornalmente ed alcune di loro accennano anche a qualche approccio in inglese quando li incrociano lungo la strada. Certo, il loro abbigliamento contrasta molto con certe attività prettamente moderne, e vederle intabarrate nei loro chador fare acquagym in mare o giocare a tennis sulla spiaggia, paiono scene decisamente surreali.
Dopo il mio Maldive: l’isola di Omadhoo, qui potete trovare altri post sulle Maldive
Per concludere, un’ultima riflessione: su Omadhoo attualmente ci sono 6/7 guesthouse e non c’è affollamento di turisti, ma ho visto che altre sono in costruzione e questo è un aspetto che i maldiviani dovranno gestire con grande attenzione. Tanti turisti significa tanti più soldi, ma anche il rischio di perdere quel delicato equilibrio che oggi fa di quest’isola il paradiso in terra.
Dopo il mio Maldive: l’isola di Omadhoo, qui potete trovare altri post sulle Maldive
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