Sudafrica: 3 pro e 3 contro

Sudafrica: 3 pro e 3 contro.
Alla fine di ogni viaggio si tendono a ricordare le cose positive e lasciare nel fondo del cervello quelle negative o, quantomeno, un pò meno positive. Qui voglio elencare le cose che maggiormente mi hanno colpito del Sudafrica e quelle che mi hanno lasciato un retrogusto amaro.

Ovviamente non parlerò di natura o bellezze architettoniche, quelle le riservo ad altri post, ma di sensazioni ed emozioni.

SUDAFRICA PRO

1) IL MAL D’AFRICA

Lo ammetto, non sono mai stato un grande appassionato di Africa (in special modo di quella parte meglio nota come Africa Subsahariana ). Non mi facevano impazzire i suoi paesaggi, la sua musica, la sua arte, potrei dire la sua cultura in genere, ma mi ero sempre ripromesso di farci un salto prima o poi per affrontare una delle poche cose che mi incuriosivano veramente: un safari naturalistico.
Ho quindi colto al volo l’occasione che mi si è presentata di visitare il Sudafrica, terra forse culturalmente ai margini della cosiddetta Africa Nera, ma sicuramente idonea per il tipo di esperienza che mi ripromettevo di fare.
Ebbene, mi sono bastati quattro giorni nel Kruger Park per spazzare all’istante i preconcetti di una vita. Albe maestose, tramonti infuocati, cieli irreali, nuvole che paiono disegnate. Animali che avevo visto solo tristi dietro le sbarre di uno zoo, qui girano indisturbati guardandoti negli occhi fieri ed altezzosi, perché questo è il loro zoo e sei tu l’animale rinchiuso dietro le sbarre di una jeep.
Sull’arte, la musica e la cultura sto ancora lavorandoci, ma quando anche loro cominceranno a fare breccia nel mio cuore, allora potrò affermare di avere i primi sintomi di mal d’Africa.

2) L’ORGOGLIO DI UN POPOLO

Nonostante tutti i problemi che attanagliano il Sudafrica odierno (che illustro più avanti tra i CONTRO), una cosa che appare evidente appena poggiato il piede sul suo suolo è il grande orgoglio che la popolazione di colore vuole mostrare al mondo per la liberazione dall’apartheid. Sono molti i luoghi simbolo ed i monumenti che celebrano questo epocale risultato, primo fra tutti Robben Island, l’isola prigione di Nelson Mandela. Anche le township (quartieri ghetto nei quali venivano relegate le popolazioni di colore), prima del 1991 vergogna del paese, ora vengono mostrate con orgoglio ai turisti con interessanti tour guidati.

3) IL COSTO DELLA VITA

Contrariamente a quanto avevo sempre sentito in merito al costo di un viaggio in Sudafrica, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla relativa economicità della vita in questo paese.
Hotel di ottimo livello e pasti, sia di carne che di pesce, a prezzi che non vedevo da tempo nei miei viaggi. Anche i servizi sono ampiamente abbordabili. Tutte le escursioni, sia nel Parco Kruger che a Cape Town sono sempre state professionali ed economiche. Insomma, con un buon biglietto aereo, una vacanza sicuramente alla portata di molti.

SUDAFRICA CONTRO

Continuando con i nostri pro e contro del Sudafrica, passiamo ai contro.

1) L’INSTABILITA’ SOCIALE

A quasi vent’anni dalla fine dell’apartheid, in Sudafrica non sembra ancora che le cose stiano andando per il verso giusto. Le disparità sociali sono evidenti. E’ indiscutibile infatti che la popolazione di colore sia quella economicamente più svantaggiata e ciò si riscontra in maniera evidente soprattutto nelle grandi città.
Se si pensa che la popolazione bianca supera di poco il 10%, fa impressione constatare come nella gran parte dei quartieri cittadini si incontrino solo bianchi. Le zone più ricche infatti sono loro esclusivo appannaggio, così come tutte le attività commerciali, dove i neri sono relegati ad occupazioni subalterne.
Anche nel campo dell’integrazione si è ancora molto indietro. I titolari del nostro lodge al Kruger Park ci spiegavano che le due etnie vivono tutt’ora nettamente separate, i bianchi tra di loro in circoli piuttosto ristretti e conservatori ed i neri nelle loro township al di fuori dei centri abitati. Insomma, ancora molto c’è da fare e se a ciò aggiungiamo che la nuova riforma agraria sta risvegliando delle tensioni sopite non solo tra bianchi e neri, ma anche tra le varie etnie autoctone, il futuro del paese non promette nulla di buono.
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2) LA SICUREZZA

Qui veniamo al punto dolente del Sudafrica, ovviamente conseguenza diretta di quanto esposto nel paragrafo precedente. La quantità di popolazione di colore che vive mendicando sulle strade è impressionante e non sono pochi gli ubriachi o drogati che cercano di infastidirti, alcuni anche in maniera piuttosto insistente. Nelle città pertanto è bene attenersi ai consigli dei locali su quali siano i quartieri che è meglio evitare, soprattutto di sera. E comunque, come regola generale, è sempre meglio astenersi dal girare a piedi con le tenebre, cosa che tra l’altro i sudafricani non fanno nella maniera più assoluta.
Noi abbiamo usufruito del servizio Uber, efficiente e pratico, col quale abbiamo girato tutta la città in sicurezza e spendendo pochissimo.
A Cape Town il nostro albergo era situato nei pressi del Waterfront, una zona molto turistica ed altamente sicura, nella quale ci muovevamo tranquillamente anche col buio, ma bastava spostarsi di pochi isolati per trovarsi in zone deserte, dove anche l’apparire di una persona caracollante incuteva un certo timore. La stessa Long Street, di giorno trafficata e turistica, nelle ore serali ci è stata sconsigliata.

Per quanto riguarda il Kruger Park, invece, la situazione è totalmente diversa. Anche lì è sconsigliato uscire a piedi di sera, ma per tutt’altro motivo. Ci sono infatti seri rischi di incontrare animali selvatici, anche nei centri al di fuori dei confini del parco. E girare un angolo e trovarsi faccia a faccia con un leopardo o un elefante non deve essere proprio piacevole…

3) LA VARIETA’ DELLA CUCINA

Per concludere con i nostri pro e contro del Sudafrica, chiudo questo terzetto di note negative con un appunto sulla cucina sudafricana. Si badi bene, non parlo della qualità dei cibi, che è altissima, ma della loro varietà. L’alimento principe della dieta in Sudafrica è la carne alla griglia. Le grigliate (i braai) sono una specie di religione da queste parti e lo si intuisce subito osservando la quantità di carbonella che viene venduta nei negozi e supermercati del posto. Interi reparti sono stracolmi di sacchi di carbonella per barbecue. C’è da dire che le carni sono tra le più buone mai mangiate nella mia vita, ma a parte qualche stufato, un pasticcio molto speziato chiamato Bobotie e delle salsicce anch’esse speziate (Boerewors), non c’è molto altro.
Essendo il Sudafrica un paese per gran parte affacciato sul mare, ci si aspetterebbe una grande ricchezza di prodotti ittici. In effetti, soprattutto a Città del Capo, i ristoranti di pesce sono molti, ma anche qui la varietà lascia molto a desiderare. Tolti i frutti di mare, praticamente gli unici pesci proposti sono il tonno ed il Kingklip, un pesce oceanico dalla carne soda, proposto in mille maniere.
Chiudo questa rassegna con i dolci, che sono… due. La Melkter ed il Malva Pudding (delizioso…).

Un braai notturno attorno al fuoco.

Dopo il mio Sudafrica: 3 pro e 3 contro, potete trovare qui altri post sul Sudafrica

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