Dalla Russia con… stupore

Dalla Russia… con stupore

Quando due nostri amici ci propongono un breve viaggio in Russia, tra Mosca e San Pietroburgo, la prima preoccupazione di Miriam è: “…ma come ci si veste?”. E’ appena passata Pasqua e siamo in quel periodo dell’anno in cui il clima è incerto da noi, figuriamoci in Russia…
Neanche ci sono d’aiuto i siti che interpello sull’argomento. I suggerimenti infatti spaziano dalle maniche corte al piumino. Non sappiamo ancora che sarà esattamente questa la tipologia di abbigliamento che dovremo utilizzare durante il viaggio !

Dal piumino...
alle maniche corte

MOSCA

Devo ammettere che durante l’avvicinamento alla Piazza Rossa, nostra immancabile prima tappa moscovita, sono eccitato. Reduce da una gioventù passata con l’ Europa divisa da una la cortina di ferro, mettere il piede in uno di quei luoghi che potevo vedere soltanto nei telegiornali, e quasi esclusivamente teatro di lunghe e lugubri sfilate di missili e carri armati sovietici, mi emoziona non poco.

Alloggiamo un pò fuori dal centro, ma per questa prima giornata, vogliamo farci una passeggiata per raggiungerlo. Entriamo quindi in contatto con la particolare conformazione della città. Le strade infatti si sviluppano a raggiera a partire dalla Piazza Rossa e sono intersecate ad intervalli regolari da tre o quattro circonvallazioni a 10 corsie.
Non è difficile intuire che attraversare queste specie di autostrade in pieno centro non è la cosa più semplice del mondo.

Lungo il tragitto passiamo di fianco ad alcuni dei simboli della Russia sovietica, il mitico teatro Bolshoi. la minacciosa Lubyanka, sede del KGB, dove la gente aveva paura anche a passare davanti, e le mura del Cremlino, l’impenetrabile cittadella custode dei segreti di decenni di guerra fredda.
Ma ecco, dopo aver attraversato uno stretto vicolo, ci troviamo di fronte all’imponenza della piazza Rossa.
E’ ancora presto e la piazza è quasi vuota, si percepisce quindi tutta la sua immensità. Ho visto alcune tra le più grandi piazze del mondo, come lo Zocalo a Città del Messico o piazza Tien-an-men a Pechino, ma nessuna mi aveva dato una tale impressione di vastità.

Mancano pochi giorni alla grande parata del 9 maggio e stanno montando le tribune a ridosso del Cremlino. Di fonte campeggia il gigantesco palazzo dei grandi magazzini GUM. Simbolo dell’opulenza zarista, nel periodo staliniano riconvertito in uffici ed abitazioni per la nomenklatura, per poi riprendere la sua funzione originaria e consentire ai cittadini di “serie A” di reperire merci altrove introvabili. Oggi ospita marche di lusso e non ha nulla da invidiare ai grandi magazzini occidentali.

Sopra: l'interno dei magazzini GUM. Sotto: la sua imponente facciata

Dopo una veloce visita ai magazzini GUM, facciamo un salto alla scenografica cattedrale di San Basilio in fondo alla piazza e ci dirigiamo verso l’ingresso del Cremlino per iniziare la nostra visita prenotata online sul sito ufficiale.

CURIOSITA’ –  L’alfabeto cirillico

La prima difficoltà che i turisti europei devono affrontare una volta atterrati in Russia è la differenza di scrittura. In qualsiasi altra nazione straniera, la scarsa (se non nulla) conoscenza della lingua viene sopperita dalla capacità di individuare almeno le indicazioni più basilari (strade, ristoranti, musei, farmacie ecc.), ma qui a Mosca la cosa è totalmente diversa.
Non tutte le scritte riportano anche la dicitura europea e persino in molte stazioni della metropolitana mancano totalmente.
Per quanto mi riguarda, la formazione classica mi è venuta in aiuto. Ho infatti trovato molte similitudini con l’alfabeto greco e mi è stato sufficiente integrarlo con pochi altri simboli appresi sul posto.

Cattedrale di San Basilio

Il Cremlino è una vera cittadella, così vasta che per visitarla tutta a fondo non basterebbe una giornata. Piazze e piazzette, su cui campeggiano chiese, cattedrali e palazzi di ogni dimensione,  si alternano a giardini e monumenti. Il tutto circondato da possenti mura su cui si ergono una ventina di torri.

Piazza delle Cattedrali nel Cremlino

Davanti al monumento per il Milite Ignoto, ogni ora si svolge un cambio della guardia molto marziale ed un pò inquietante. Il passo dell’oca dei militari riporta la mente a ricordi non proprio piacevoli.

Usciti dal Cremlino, ci tuffiamo subito sulla Moskowa (ovviamente in senso metaforico…) per prendere il battello che ci porterà a Gorky Park, l’immenso parco cittadino reso celebre dal romanzo di M. Cruz Smith (poi anche film).
Vogliamo vedere il parco delle Statue Cadute, una surreale raccolta di statue del periodo sovietico rimosse dai loro luoghi d’origine.

Mentre ci avviciniamo col battello, vediamo apparire in lontananza la gigantesca statua di Pietro Il Grande. Inaugurata nel 1992, con i suoi 94 metri è una delle statue più alte al mondo (e unanimemente considerata tra le più brutte) ed ha una strana storia. Originariamente realizzata per celebrare Cristoforo Colombo, dal momento che nessuno era interessato al suo acquisto, lo scultore decise di riciclarla sostituendone la testa con quella di Pietro il Grande. Le tre caravelle però rimasero al loro posto…

La statua di Pietro il Grande

Il parco delle statue è situato poco dopo l’ingresso principale e delude un pò le mie attese. Pensavo ad una raccolta confusa e caotica, stile magazzino, che rendesse visivamente l’accantonamento dei vecchi simboli sovietici, invece le statue dei vari statisti sono disposte in bell’ordine lungo viali alberati e ben curati. 

Statue sovietiche nel
Parco delle Statue Cadute

Oltre a quelle di sovietica memoria, il parco è disseminato di statue di ogni tipo e dopo una foto che Miriam vuole assolutamente fare accanto ad un Pinocchio gigante, ci imbattiamo in quello che appare come uno shuttle a grandezza naturale.
Veniamo quindi a scoprire una storia poco conosciuta, quella del progetto spaziale Buran. Nato in contrapposizione con il programma Shuttle della NASA, Buran si sviluppò a cavallo tra la fine degli anni 70 e l’inizio dei 90 e portò ad un solo volo suborbitale nel 1984. Con il crollo dell’impero sovietico il programma venne accantonato e l’unica navicella rimasta, utilizzata come test statico, fu trasportata al Gorky Park come attrazione turistica.

Ripreso il battello, scendiamo alla cattedrale del Cristo Salvatore, da dove con una passeggiata di una ventina di minuti raggiungiamo Via Arbat, una bella strada pedonale disseminata di antichi palazzi abitati un tempo dalla piccola nobiltà ottocentesca.
Qui viveva il sommo poeta Puskin assieme alla sua bellissima moglie e sono entrambi raffigurati in una delle numerose statue che disseminano il quartiere.

Essendo divenuta una zona molto apprezzata dai turisti, si è inevitabilmente riempita di negozi di souvenir e locali di ogni genere, ma una visita rimane gradevole e ideale per prendersi una pausa rilassante dal caos della città.

Via Arbat. Sulla destra la casa del poeta Puskin
CURIOSITA’ –  Le Sette Sorelle

A Mosca, dovunque ci si volti, lo sguardo incrocia uno dei grattacieli merlati di stile goticheggiante che sembrano piazzati un pò dappertutto. In realtà sono sette, e per questo sono soprannominati “le Sette Sorelle”. Furono costruite negli anni 50 per mostrare al mondo che l’ingegneria sovietica non era da meno di quella occidentale.

Dopo tanto camminare, è giunto il momento di farsi un pò trasportare ed affrontare quindi una delle maggiori attrazioni della città di Mosca: la metropolitana.
Se fossimo in una qualsiasi altra città del mondo, non ci sarebbe nulla di eccitante nell’immergersi in una affollata e spesso maleodorante metropolitana, ma non a Mosca. Qui infatti le stazioni sotterranee sono non solo pulite e ben tenute, ma anche di una bellezza mozzafiato (vedi riquadro qui sotto).

LA CHICCA –  La metropolitana di Mosca

Costruita tra gli anni 30 e 50 del novecento, è una delle più estese del mondo, ma la sua attrattiva è data senza alcun dubbio dalle sue stazioni. Sembra di entrare in foyer di antichi teatri o lussuosi palazzi, e sontuosi lampadari, affreschi, dipinti, marmi, murales lasciano a bocca aperta il visitatore.
Ben 45 di esse sono ritenute patrimonio artistico della Russia, ma quelle davvero imperdibili sono:

  • Komsomolskaya: con i suoi stucchi e lampadari
  • Novoslobodskaya: con le sue vetrate colorate
  • Mayakovskaya: in stile Art Decò
  • Teatralnaya: rivestita in porcellana 
  • Kyevskaja: con i suoi marmi e mosaici
  • Ploschad Revolutsii: con le sue 76 statue in bronzo

Un avvertimento, le stazioni più centrali riportano i nomi delle fermate anche con caratteri europei, ma tutte le altre hanno le indicazioni solo in caratteri cirillici… un bel problema.

Dopo aver passato un paio d’ore a girovagare per le stazioni più spettacolari, continuiamo il nostro tour artistico, dedicandoci però all’arte moderna.
Andiamo a visitare il Bakhmetevsky Bus Garage, un antico deposito di autobus riconvertito in spazio espositivo per arte contemporanea. Il centro è gestito da Daria Zuchova, ex moglie dell’oligarca Roman Abramovich (che ne ha finanziato la ristrutturazione).

Lo spazio è davvero interessante (se siete amanti del genere) ed ospita in sale immense mostre di artisti contemporanei. Nel futuro è prevista al suo interno l’apertura di un museo ebraico.

A questo punto siamo davvero stremati e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante per la cena.
In Russia vogliamo mangiare russo e troviamo qualcosa che di più russo non si può. Il locale infatti è suddiviso in tanti privè arredati con tappeti, velluti e broccati in stile alcova.
Dopo un antipasto di Zakuski, piccoli assaggini, per lo più a base di pane, accompagnati da quelli che saranno solo i primi bicchierini di vodka, siamo già stonati. Decido quindi di assaggiare il Bortsch, tipica zuppa ucraina che, nonostante non sia un grande amante delle zuppe (e forse complice la vodka…), trovo gradevole. Seguita da un trionfo di piatti e piattini di Pel’meni, Pirojki e chissà che altro, sempre accompagnati da bicchierini di vodka. Arrivati al dolce siamo così ubriachi che per tornare in albergo siamo costretti a prendere un taxi.

MOSCA – 2° giorno

Questa mattina sveglia di buonora per la visita al Monastero di Novodevičij, patrimonio dell’UNESCO, risalente al XVII secolo.
Situato un pò fuori dal centro è comunque facilmente raggiungibile sia in metropolitana che in pullman. Noi optiamo per questo secondo mezzo.

Il complesso, recintato con alte mura, contiene alcune chiese con diversi stili architettonici e le loro cupole dorate splendono sotto i raggi del sole mattutino.

La visita è rilassante, in virtù della splendida ambientazione del complesso. E al termine, ci inoltriamo… nel vicino cimitero.
Non sono un tafofilo (termine che, ho scoperto, indica gli amanti dei cimiteri), ma questo mi incuriosisce particolarmente perché vi sono sepolti alcuni dei più grandi artisti che la Russia abbia espresso nei secoli passati. Gli scrittori Čechov, Bulgakov, ma soprattutto Gogol, uno dei miei preferiti. I musicisti Prokof’ev, Šostakovič. I registi Bondarčuk e Ėjzenštejn tanto per citarne alcuni.

Mentre ricerco la tomba del mio idolo, mi diverto (per quanto girare per un cimitero possa definirsi divertente…) a scoprire le tombe più strane. Il cimitero è infatti famoso per la bizzarria dei suoi monumenti sepolcrali. 

Tomba dell'attore Yuri Nikulin rappresentato col suo cane
Tomba di Boris Eltsin a forma di bandiera russa

Una volta terminata la visita, prendiamo l’autobus che con una breve corsa ci porta all’inizio della via Prekistenka, una delle più belle di Mosca, la via dove Bulgakov ha ambientato alcuni dei suoi più noti romanzi.
La strada è uno splendido susseguirsi di palazzi aristocratici in svariati stili, prevalentemente Art Noveau.

Giusto per finire di massacrarci, terminiamo la lunga passeggiata entrando nel Museo Puskin delle belle arti, uno splendido museo che custodisce, tra gli altri, parte del Tesoro di Priamo sottratto alla Germania dopo la guerra, e altri capolavori di ogni epoca.

Museo Puskin

SAN PIETROBURGO

Oggi sveglia all’alba per il trasferimento in treno a San Pietroburgo ed è un vero miracolo se siamo riusciti a partire. L’acquisto dei biglietti, infatti, effettuato la sera precedente in stazione, è stato una impresa titanica. Il bigliettaio, che si esprimeva esclusivamente in russo, solo dopo mezz’ora di inutili tentativi di dialogo (e un tentativo di linciaggio da parte delle persone in fila dietro di noi), si è ricordato che un suo collega parlava una qualche parola di inglese.

Il treno è comodo ed il paesaggio che scorre fuori dai finestrini piuttosto monotono. Piatte pianure punteggiate da continue fattorie in legno.
Arrivati a San Pietroburgo, però, è subito choc termico. Veniamo infatti dal caldo di Mosca e qui fa un freddo cane. Rispolveriamo gli indumenti pesanti che avevamo riposto in fondo alla valigia ed usciamo per la nostra prima passeggiata sulla mitica Prospettiva Nevski.
Con la canzone di Battiato nelle orecchie, ci dirigiamo verso il centro ed inizia l’innamoramento per questa città.

Prospettiva Nevski

La lunga ed elegante via è intersecata da quei numerosi canali che hanno fatto guadagnare alla città l’appellativo di Venezia del Nord.
Arrivati all’incrocio con il canale Griboyedov, si è colti da un moto di stupore. Da un lato la imponente Cattedrale di Kazan’ col suo ampio colonnato, sul lato opposto lo splendido palazzo Casa Singer con la sua cupola di vetro e sullo sfondo la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato. Un incrocio da far girare la testa…

Casa Singer
Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato
Cattedrale Kazan'

Proseguiamo lungo Prospettiva Nevski fino alla gigantesca Piazza del Palazzo, sulla quale si affacciano gli edifici dell’Ermitage, dello Stato Maggiore e dell’Ammiragliato, uno più imponente dell’altro.

Il freddo comincia ad essere più intenso, ma fortunatamente siamo in perfetto orario per l’ingresso alla visita dell’Ermitage (che, come al solito, abbiamo prenotato online sul sito del museo), quindi ci affrettiamo ad entrare.

Varcare la soglia dell’Ermitage è come entrare nel mondo delle fiabe. Ho visitato musei in ogni parte del mondo, ma l’opulenza e lo splendore di questo museo è davvero inimmaginabile. Senza parlare poi della quantità di opere d’arte che ospita.
Attraverso le sue sale con crescente stupore e non posso esimermi dal ripercorrere nella mia mente le scene dell’incredibile film Arca Russa di Aleksandr Sokurov, un piano sequenza di 90 minuti tra le sale dell’Ermitage.
Siamo purtroppo costretti a scegliere le sezioni che maggiormente ci interessano, perché visitarlo tutto ci porterebbe via la vacanza intera…

LA CURIOSITA’ –  I gatti dell’Ermitage

L’Ermitage, uno dei musei più visitati al mondo, originariamente era parte del celebre Palazzo d’Inverno, l’immensa reggia imperiale di Zar e Zarine, progettato dall’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli. Di questo sfarzoso museo si sa ormai tutto, ma una cosa è poco nota. Esiste una nutrita colonia di gatti che ne abitano gli scantinati.
Introdotti nel 1745 dalla zarina Elisabetta per far fronte all’invasione di ratti che infestavano la residenza, oggi sono una vera celebrità. Hanno persino un loro addetta stampa, oltre che cucine apposite ed un piccolo ospedale.
Vivono per lo più nel seminterrato, ma spesso fanno capolino anche in superficie e girano indisturbati per le sale del museo.

 

Usciti dal museo ci aggiriamo per un pò tra i suggestivi canali attraversati da ponti in ferro battuto abbelliti da statue e fregi dorati. Colti dalla pioggia ci rifugiamo nella  Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato. Costruita a fine ottocento sul luogo dove venne ucciso in un attentato lo zar Alessandro II (da cui il nome della chiesa), dall’esterno ricorda molto la cattedrale di San Basilio a Mosca. 

Entrati nella chiesa si viene colti da un immediato senso di vertigine. Ogni singola porzione dell’interno è ricoperta da mosaici policromi ed io esco con un risveglio dei dolori alla cervicale per il tempo passato a testa in su… 

La pioggia non ci molla, così continuiamo il tour delle chiese spostandoci verso la neoclassica cattedrale di Sant’Isacco. Costruita a metà 800, ha una delle più grandi cupole del mondo e gli interni sono completamente rivestiti da così tanti marmi e pietre da essere soprannominata “museo di mineralogia”.

Cattedrale di Sant'Isacco
Quando arriviamo davanti alla chiesa di San Nicola dei Marinai, finalmente la pioggia decide di darci una tregua. Si tratta di una bella chiesa barocca dai colori sgargianti risalente a fine 700. Dedicata al protettore dei marinai è situata in splendida posizione su un argine alberato.

Con una mezz’ora di cammino, aggirandoci tra canali e viuzze come personaggi di Dostoevskij, arriviamo di nuovo sulla Prospettiva Nevsy, all’altezza del Gostiny Dvor, un gigantesco grande magazzino, tra i più antichi al mondo (aprì addirittura nel 1785).
Le guide dicono che è stato pesantemente ristrutturato riportandolo agli antichi fasti, così facciamo un giretto all’interno per dare un’occhiata.
A dispetto della struttura esterna, imponente ed accattivante, l’interno non è all’altezza. Negozietti un pò squallidi con merce di non grande livello si susseguono per oltre un chilometro di lunghezza. Miriam non riesce ad acquistare nulla, e ho detto tutto…

I portici esterni del Gostiny Dvor
Interno del Khutor Vodogray

La fame comincia a prenderci, ma il sole è alto ed ingannatore. Sono infatti le otto passate ed è ora di metterci alla ricerca di un posto dove cenare.
Internet ci suggerisce un ristorante ucraino, il Khutor Vodogray, proprio nei paraggi e la mezz’ora di attesa per un tavolo ci sembra accettabile.

Le ombre della sera si allungano, ma è ora di cena e c'è ancora tanta luce

Per passare il tempo mi metto ad osservare il traffico di auto e persone davanti al locale e dopo un pò sono incuriosito della quantità di auto di grossa cilindrata, nere e coi finestrini oscurati, parcheggiate in strada, tutte con autista in attesa. Sono quasi lusingato dal numero di personaggi altolocati che hanno scelto il nostro stesso ristorante. Quando però uno degli autisti, nell’aprire la portiera ad uno dei suoi passeggeri, scopre una pistola nascosta sotto la giacca, comincio ad essere un pò innervosito.
Nella sala del ristorante non mi pare di individuare esponenti della mafia russa, comunque passiamo una gradevole serata con intrattenimento folcloristico annesso, cibo gustoso e… fiumi di vodka.

Usciamo dal locale verso le 23,30 e… c’è ancora luce. Tra i lampioni accesi ed il chiarore del cielo serale, la città assume un fascino tutto particolare. Decidiamo quindi di tornare il hotel a piedi, per assaporare appieno questa magica atmosfera. 

Qui potete trovare altri post sui miei viaggi in Europa

SAN PIETROBURGO – Peterhof

Oggi visita al Peterhof, splendida reggia zarista patrimonio dell’UNESCO.
Il sito dista una ventina di chilometri e ci arriviamo in autobus. E’ una bellissima giornata, anche se ancora fredda.
Lo spettacolare complesso, considerato una delle meraviglie di Russia, è composto da una infinità di palazzi, cottage, fontane, cascate, giardini, viali alberati, sentieri immersi nei boschi e che dominano il Golfo di Finlandia. Realizzata nei primi del 700, fu residenza reale fino alla Rivoluzione d’Ottobre. Fortemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruita e riaperta al pubblico in diversi step dal  dopoguerra in poi.

I palazzi sono di grande fascino, ma la vera meraviglia sono le sue fontane, con mille giochi d’acqua e una miriade di statue in bronzo che brillano al sole tra gli schizzi d’acqua. Suggestivi sono anche i padiglioni e cottages isolati nel parco, vere oasi di pace.

Ricreati la vista e lo spirito, torniamo in centro per proseguire la visita della città.
Con il sole tutto appare più suggestivo (anche se credo che la versione piovosa di ieri sia decisamente più usuale durante l’anno…) e girare per strade e canali è una goduria per gli occhi. 

Una certa fame si sta insinuando tra le nostre fila (sarà il freddo, ma quello del cibo è un desiderio molto frequente qui a San Pietroburgo) proprio mentre passiamo davanti allo splendido Caffè Singer. Non possiamo certo lasciare la Russia senza aver mai assaggiato del caviale, quindi quale posto migliore se non uno dei più bei locali della città?
Prendiamo un tavolo al primo piano con vista panoramica ed ordiniamo caviale con blinis e panna acida, un classico russo davvero delizioso.

Continuiamo quindi il percorso facendo un salto sull’isola di Vasil’evskij attraverso il ponte Dvortsoviy, dal quale si gode di un bel panorama sull’Ermitage e tutti i palazzi del lungo Neva.

Proprio al di là del fiume incontriamo un giardino, di fronte al Palazzo della Borsa, nel quale sembra sia tradizione venire a farsi fotografare il giorno delle nozze. Tante sono le limousine parcheggiate ed il parchetto è affollato di sposini in abiti da cerimonia.

L’isola è piena di imponenti palazzi sedi di istituzioni scientifiche ed universitarie e ne facciamo un rapido giro prima di tornare sulla terraferma per affrontare il tour in battello sui canali ed il fiume Neva.
Con la colonna sonora di una guida russa che non tace un secondo, attraversiamo decine di ponti di ogni genere e fattezza, fiancheggiando palazzi e chiese di grande eleganza.

Sbuchiamo quindi sulla grande Neva dove vedo apparire all’orizzonte l’inconfondibile sagoma dell’Aurora, l’incrociatore che nel 1917 diede il via alla rivoluzione d’ottobre.
Si tratta di una delle più famose navi della storia della marina mondiale e molte battaglie ne hanno contraddistinto la tormentata vita. Ormai da tempo in pensione, durante l’assedio di Leningrado venne utilizzata come batteria contraerea ed affondata dai tedeschi. Dopo la guerra venne recuperata e restaurata.

Prima di tornare in albergo per cambiarci per la cena, ci fermiamo al Kuznechny Market, un gigantesco mercato coperto alimentare dove abbiamo intenzione di sbizzarrirci in acquisti gastronomici, caviale in primis.
E le nostre aspettative non vengono deluse, perché i banchi dedicati al pesce ne traboccano letteralmente. E qui sarebbe il caso di aprire una parentesi.
Il vero caviale è quello nero di storione, che ha però dei prezzi sbalorditivi anche in Russia. Il caviale che viene qui maggiormente usato è quello rosso di salmone, i cui grani possono essere di diversa grandezza, ma tutti ugualmente gustosi.

SAN PIETROBURGO – La Fortezza di Pietro e Paolo

Oggi abbiamo solo la mattina a disposizione, perché nel pomeriggio dovremo raggiungere l’aeroporto per il volo di ritorno. Decidiamo quindi di dedicarla alla visita della Fortezza di Pietro e Paolo.
Si tratta di una cittadella fortificata edificata da Pietro il Grande sull’Isola delle Lepri lungo la Neva, per lo più utilizzata nei secoli come prigione.

Vi si gode una bella vista sullo skyline cittadino, inoltre è circondata da spiagge sabbiose molto frequentate dai cittadini di San Pietroburgo.
All’interno della fortezza sono presenti diversi edifici, tra cui l’antica zecca, le carceri, il museo della città ed un museo della cosmonautica.

Ci sono poi anche alcune curiose sculture. La più famosa è quella di Pietro il Grande ritratto seduto su una sedia con un corpo assurdamente sproporzionato. E’ opera del celebre scultore Michail Šemjakin, il quale, considerando la poca propensione all’ironia del grande zar, credo non avrebbe passato dei bei quarti d’ora se fosse vissuto a quei tempi…
Ci sono poi diverse rappresentazioni di conigli, in onore del nome dell’isola, una delle quali è particolarmente toccante, con un coniglietto in difficoltà aiutato con tutte le forze dai suoi compagni. 

A proposito, forse è giunto il momento di spiegare il titolo di questo post: Dalla Russia… con stupore.
Non avevo grandi aspettative da questo viaggio, soprattutto dalla città di Mosca, ma, come spesso mi succede, mi sono dovuto ricredere. Pur se non raggiunge la bellezza di San Pietroburgo, Mosca è una città di grande interesse, sia estetico che culturale. Varrebbe la pena passare qualche altro giorno in queste due città, e chissà se nel futuro… 

AGGIORNAMENTO

Questo post è stato scritto prima della guerra che sta imperversando in Ucraina e la speranza manifestata nell’ultimo rigo dell’articolo probabilmente non si esaudirà mai più.
C’è sempre tristezza quando il viaggio, per un qualsiasi motivo, ti viene precluso, ma se questo motivo è la guerra, allora la tristezza lascia il posto alla rabbia. Una rabbia impotente perché la storia non insegna nulla ed ancora una volta il popolo russo pagherà per la cecità dei suoi governanti. 

Dopo il mio Dalla Russia… con stupore, qui potete trovare altri post sui miei viaggi in Europa

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