La crociera: una cosa divertente che non farò mai più…

E’ in una cena di famiglia di fine estate che mia suocera, senza preavviso, pronuncia la fatidica frase: “Prima di morire vorrei tanto fare una crociera. Ho messo da parte i soldi, se mi accompagnate, pago tutto io…”
Io e mia moglie ci guardiamo con aria interrogativa e un pò preoccupata. “Dice sul serio?” chiedo a Miriam. “Temo di si” mi risponde quasi rassegnata.

La crociera, l’incubo del viaggiatore, che alla mia veneranda età pensavo di aver ormai scacciato definitivamente, torna ora a manifestarsi, minacciando di divenire realtà.
Da buon viaggiatore “fai da te”, ho sempre considerato i viaggi organizzati ed i villaggi turistici alla stregua del fumo negli occhi. Quando ero giovane in maniera integralista e poi, col passare degli anni, con qualche concessione in più, ma la crociera… La crociera era il diavolo in persona!

Tempo addietro avevo letto un libro di David Foster Wallace “Una cosa divertente che non farò mai più”, che non aveva fatto altro che confermare i miei più pessimistici presentimenti in merito a questo tipo di esperienza, anche se aveva aperto una piccola breccia nel mio cervello, stuzzicando la mia innata curiosità.

Accertata la determinazione della suocera, quindi, mi sono messo alla ricerca di una crociera che non fosse eccessivamente lunga ed impegnativa per una ultraottantenne disabile e due non particolarmente entusiasti accompagnatori. Il risultato finale è stato una crociera breve della Costa Favolosa. Cinque notti nel Mediterraneo occidentale tra Italia, Spagna e Francia. I prezzi non sono proibitivi, quindi optiamo per una cabina tripla con balconcino ed un pacchetto comprendente due escursioni e pasti all inclusive.
Il sobrio atrio centrale della nave

SI PARTE

Arriviamo in auto al porto di Civitavecchia dove, con non poca difficoltà riusciamo a raggiungere la banchina dell’imbarco. C’è un grande parcheggio nelle vicinanze, ma con intuizione tipicamente italiana, gli spazi per disabili sono posti nella parte più lontana rispetto alla banchina. Siamo quindi costretti ad un trasferimento a piedi di circa duecento metri sotto il sole, con bagagli e carrozzina al seguito.
Ma una volta arrivati sotto questo colosso, siamo davvero impressionati. E’ alto il doppio del palazzo in cui abito…
Fortunatamente le operazioni di imbarco sono semplici ed abbastanza rapide (anche facilitate dalla priorità acquisita per la disabilità di mia suocera) ed in men che non si dica, entriamo nella pancia del mostro. 

Sulle prime veniamo presi da un senso di stordimento. Gli spazi sono così ampi, colorati e kitsch, da provocare vertigine. 
Per ora, però, non possiamo soffermarci molto. Dobbiamo trovare le nostre cabine e recuperare i bagagli che, ci hanno assicurato, troveremo davanti alla porta. Detto così pare una impresa facile, ma in una nave che ospita 1.500 cabine disposte su 14 ponti, tutto assume una sua intrinseca difficoltà. Fortunatamente, prima di partire, avevo studiato la mappa della nave individuandone il percorso più breve per raggiungere la nostra stanza. 

I bagagli, come promesso, sono già lì, sintomo di una efficienza della quale avremo continue testimonianze durante tutto il viaggio. La cabina è stranamente sobria, in confronto a quanto abbiamo percepito nel resto della nave, ed il terrazzino è delizioso, anche se, avremo modo di constatare, piuttosto inutile, dal momento che la navigazione si svolge quasi esclusivamente di notte e quando si è in porto, con tutte le cose che ci sono da fare, non si ha di certo il tempo di stare in cabina. Oltretutto, per un paio di giorni abbiamo avuto mare grosso e le finestre del terrazzino sono state chiuse a chiave. 

Durante il pomeriggio prendiamo confidenza con una parte della labirintica nave (nei giorni successivi continueremo a scoprirne zone delle quali non sospettavamo neanche l’esistenza) fino ad arrivare ad ora di cena, quando ci rendiamo conto che la sala da pranzo che ci è stata assegnata non è quella che avevamo scelto. In fase di prenotazione, infatti, avevamo chiesto di poter usufruire della sala più vicina alla nostra cabina, mentre quella che ci viene comunicata è posta a poppa, a centinaia di metri di distanza.
Un pò irritati per l’inconveniente, ci avviamo lungo la strada che la piantina della nave ci indica come la più breve, ma ben presto ci rendiamo conto che l’impresa non sarà così semplice. Il percorso, infatti, non è rettilineo come ci aspettavamo, ma prevede diverse salite e discese da un ponte ad un altro, aggiramenti di sale ed altri ostacoli imprevisti, non semplici da superare con una carrozzina. Lungo la strada incontriamo diversi gruppi di persone che, come noi, vagano qua e là alla vana ricerca della loro sala da pranzo e ci scambiamo informazioni e dritte utili, alla stessa stregua di esploratori che si incontrano casualmente nel fitto di una foresta…
Finalmente riusciamo a raggiungere la sala e una volta entrati rimaniamo un attimo senza fiato. In uno spazio immenso pieno di luci ed arredi sfavillanti, centinaia di camerieri si muovono attorno a centinaia di tavoli, come laboriose formiche in un formicaio.

Facciamo appena in tempo a sederci, che i suddetti camerieri, abbandonano i loro posti di lavoro ed iniziano una strana coreografia cantando e ballando a ritmo di tarantelle. Vengono srotolate bandiere italiane e tutti i clienti si alzano in piedi battendo ritmicamente le mani. Siamo sconcertati, ma è quando parte un trenino umano che coinvolge gran parte della sala, che comincio seriamente a preoccuparmi. “Non sarà mica tutta così la permanenza qui dentro?” urlo a Miriam cercando di sovrastare il frastuono, ma lei è in piedi ad applaudire a ritmo di tarantella…
Poi, improvvisamente come era iniziato, tutto si interrompe ed ognuno ritorna alla propria occupazione come niente fosse.

Finalmente posso gustare la cena con un pò di tranquillità e mentre attendo le portate ordinate, ne approfitto per guardarmi attorno. Con la testa piena di stereotipi indotti da televisione e cinema, avevo immaginato la cena in crociera come un evento elegante. Non dico smoking o abito scuro, ma almeno giacca e cravatta, ed è così che mi sono presentato… praticamente unico nella sala.
Dire che l’abbigliamento maschile sia stravagante è un eufemismo. Il camicia e pantalone pare sia il più gettonato, ma non viene disdegnato il jeans e t-shirt, se non addirittura il bermuda e canottiera

Tutt’altro discorso invece per le mise femminili. Al contrario degli uomini tra i quali dilaga una discreta sciatteria, le donne sembrano uscite da un episodio di Love Boat. Vestiti da gran sera si affiancano a toilette quasi carnevalesche. Signore di taglia forte strabordanti in attillati abiti dai colori sgargianti gareggiano con giovani russe in succinti tubini di paillette. 

Sono intento in queste profonde riflessioni, quando gli altoparlanti della sala tornano ad attirare la nostra attenzione sparando un Pavarotti a tutto volume. I camerieri spariscono di nuovo per riapparire dopo poco bardati di un grembiule tricolore.
E a questo punto ricominciano le micidiali tarantelle. Quasi ubbidendo ad una scenografia concordata tutti i commensali iniziano a volteggiare i tovaglioli e riparte un colossale trenino che coinvolge quasi tutta la sala. Ormai rassegnato, termino in silenzio il mio pasto nel caos generale.

I ritmi serrati della crociera non consentono pause, quindi usciamo dalla sala da pranzo per ripercorrere all’incontrario il lungo percorso con destinazione teatro, dove tra poco inizierà lo spettacolo serale. Ora che non abbiamo più la fretta dell’andata, ne approfitto per guardare con maggiore attenzione quanto incontro. Svariati bar si susseguono uno dietro l’altro, intervallati da un’attrezzatissima sala giochi, una sfavillante discoteca, un casinò e perfino una pizzeria ed una birreria. Dietro ogni angolo c’è una sorpresa ed un intrattenimento per ogni gusto.

Il teatro è un altro inno alla grandeur. Non sfigurerebbe per ampiezza ed arredi in una grande città.
Tra tutte le attività previste sulla nave, devo ammettere che gli spettacoli serali erano quelli che mi incutevano maggior timore. Memore dei racconti fatti da amici di ritorno da villaggi turistici, mi ero fatto l’idea che ci aspettasse qualcosa del genere, ma una volta spentesi le luci, ciò a cui assistiamo mi lascia stupefatto. Un musical degno di Broadway con artisti di livello e grandiose scenografie ci fa trascorrere un’oretta di inaspettato divertimento. La serata termina sulle poltroncine della gigantesca hall, dove sorseggiando un cocktail analcolico (è quanto ci spetta con il pacchetto che abbiamo acquistato) osserviamo facoltosi stranieri che pagano cifre smodate per ubriacarsi al bar. Mentre ci avviamo nella nostra cabina per andare a dormire, incontriamo gruppi di giovani che si dirigono in discoteca, dove presumibilmente passeranno tutta la notte.

IL GIORNO DOPO

La mattina ci svegliamo con vento forte e mare grosso. Questa non è una buona notizia, anche perché oggi sarà una giornata di sola navigazione e nel pomeriggio è previsto un peggioramento. Ovviamente non potremo prendere il sole, ma Miriam ha adocchiato la SPA della nave (si, c’è anche una SPA) ed ha subito ovviato prenotando un trattamento per la mattina. Mentre l’accompagno, passo di fianco all’attrezzata palestra (si, c’è anche una palestra), ma non sento nessun richiamo provenire di lì, quindi mi parcheggio con mia suocera in uno dei tanti bar, dove si sta tenendo un imbarazzante spettacolino di animazione. Mi fermo a guardare per un pò, ma quando una gentile ragazza dello staff mi si avvicina cercando di farmi dialogare con una gallina di gomma, decido che è ora di alzarmi.

Più mi aggiro per la nave e più mi imbatto in animazioni di ogni genere. In un angolo un gruppo di signore fa ginnastica sotto la guida di un giovane istruttore, in uno dei bar c’è una gara canora tra stonati passeggeri, in uno spazio all’aperto gruppi di persone vengono divisi in più squadre per sfidarsi in una specie di gioco a quiz, da un’altra parte non so cosa stia accadendo, ma ci sono tre signori a petto nudo seduti su un palcoscenico…
La cosa che faccio fatica a comprendere e che tutti sembrano divertirsi parecchio. C’è da dire che i ragazzi dello staff sono quasi commoventi nel cercare di rendere divertenti delle emerite stupidaggini, oltre che dei veri stakanovisti, infatti lì ritroveremo ovunque e a qualsiasi ora in giro per la nave durante tutta la crociera.

In attesa che ci venga comunicato il cambio di sala da pranzo che avevamo richiesto, decidiamo di pranzare nella sala buffet, molto più semplice da raggiungere. Qui veniamo travolti da una vera e propria orgia di cibo. Nonostante vi siano decine di isole che propongono piatti di ogni tipo, le file sono piuttosto lunghe e la confusione regna sovrana. Inoltre è difficile trovare posti a sedere. Tutti sembrano colti da una specie di frenesia che li porta a riempire i piatti fino all’inverosimile, come se la nave si stesse avviando verso un viaggio dall’incerto ritorno.
Considerata anche la qualità del cibo, piuttosto dozzinale, decidiamo di comune accordo di non ripetere questa esperienza e che in definitiva, anche le tarantelle della sala da pranzo sono più sopportabili di una simile bolgia. 

Nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita dei numerosi negozi che si aprono sulle balconate dei vari ponti. Resisto poco, anche perché si tratta prevalentemente di abbigliamento e gioielleria. Ne approfitto quindi per allontanarmi ed andare ad acquistare un pacchetto dati per il funzionamento di internet. Infatti, mentre in porto ci si può collegare con il normale roaming del proprio operatore, in alto mare non c’è linea e ci si deve collegare al wifi della nave tramite l’acquisto di pacchetti dati.

Mentre mi aggiro per la nave, trovo conferma di una cosa che avevo già notato la sera precedente:  la presenza di svariati fotografi che si aggirano dappertutto scattando foto a raffica ai crocieristi (nei giorni successivi scopriremo che ogni singola foto viene venduta a cifre imbarazzanti), ma oltre ai fotografi itineranti, ce ne sono anche alcuni che hanno studi fissi con tanto di fondali mobili e costumi in affitto. “Ma ci sono persone che hanno voglia di travestirsi per farsi scattare una foto, che tra l’altro costerà un patrimonio…?” penso ingenuamente. Ce ne sono, e anche tante…

Nel programma giornaliero ricevuto, come ogni mattina, in cabina, si faceva menzione di un pomeriggio Bingo, cosa che aveva attratto parecchio mia suocera. So quindi dove ritrovare le mie donne. Le cartelle costano 20 euro per un pacchetto da tre. Accidenti, ero rimasto ai 20 centesimi l’una a casa di mia nonna…
Fortunatamente si gioca una sola partita (che ovviamente non vinciamo) e ci muoviamo alla ricerca di qualcos’altro da fare.
Ci imbattiamo nei soliti giochini proposti dallo staff dell’animazione (questi ragazzi sono proprio instancabili), ma intanto il mare comincia a farsi davvero grosso. Si fa fatica a camminare in linea retta e la chiusura delle piscine non promette nulla di buono per le prossime ore.
Ci infiliamo in un bar in attesa di cambiarci per cena.

A causa del maltempo, la sala della cena è meno affollata di ieri. Parecchia gente comincia a sentire gli effetti del mal di mare ed il povero personale di bordo è costretto agli straordinari per pulire in continuazione i bagni, molto frequentati.
A questo riguardo, vorrei spendere due parole sulla stratificazione sociale all’interno di una nave da crociera. In maniera forse un pò semplificata, in uno spazio limitato si ritrova uno specchio abbastanza fedele della società odierna. I crocieristi sono occidentali e bianchi (pochissimi i passeggeri di colore), gli addetti ai servizi direzionali sono anch’essi occidentali, con qualche presenza di paesi emergenti (Brasile, Est Europa, India) ed il personale addetto ai servizi più umili sono esclusivamente del terzo mondo (Sud America, Asia). Nessun africano.

Tornando a noi, la notte la passiamo sulle montagne russe. Non pensavo che una nave di questa stazza potesse subire così tanto il mare grosso. Il rollio è piuttosto attenuato, ma il beccheggio si sente, eccome.

E LA CROCIERA CONTINUA

Per fortuna al nostro arrivo a Barcellona troviamo una bella giornata. Il vento si è placato ed anche il mare è calmo. Sperimentiamo quindi la nostra prima escursione. I ritmi sono ovviamente serrati e nelle poche ore a disposizione si riesce a fare giusto un giro panoramico sul pullman ed una fermata alla Sagrada Familia.
Invece di tornare in nave, decidiamo di farci lasciare in centro e continuiamo la visita da soli. Io e Miriam siamo già stati a Barcellona diverse volte e sapremmo come muoverci, ma girare con una carrozzina non è facile e ci limitiamo ad una passeggiata lungo le Ramblas ed il Passeig de Grazia. Non vogliamo rischiare di perdere l’ultima navetta per il rientro in nave e risaliamo giusto in tempo per lo spuntino pomeridiano. Gli stuzzichini sono molti ed invitanti, ma la cena è alle porte e non so se riusciremo a tenere questo ritmo gastronomico per tutta la crociera.

I giorni successivi si dipaneranno sempre allo stesso ritmo. Oggi a Marsiglia, domani a Savona, cibo, cibo e ancora cibo, pomeriggi e serate rilassanti quasi fino alla noia, con l’unico diversivo dello spettacolo serale, ultimo atto per chi, come noi, non frequenta discoteche o casinò.

E ALLA FINE ?

In definitiva, cosa dire? Sicuramente la vita del crocierista, come si sarà capito, non fa al caso mio, ma ho avuto modo di rivedere alcuni dei pregiudizi che avevo. Presa con lo spirito giusto e con l’età giusta (e per età giusta intendo o molto giovani o molto anziani) può indubbiamente essere un’esperienza divertente, ma ho difficoltà a capire chi ne faccia l’unico modo di viaggiare. Il divertimento è artificiale e dal punto vista turistico, lasciamo perdere, non si può dire di aver visitato luoghi in questo modo. Di seguito voglio illustrare alcuni aspetti, positivi e negativi, di questa esperienza che mi hanno colpito:

L’ORGANIZZAZIONE

La cosa che maggiormente impressiona in una crociera è l’incredibile organizzazione che c’è dietro. Gestire migliaia di persone che ogni giorno devono mangiare (anche 5 o 6 volte…), scendere e salire dalla nave per fare escursioni, ma soprattutto non annoiarsi mai, è qualcosa di veramente titanico. Da questo punto di vista, tanto di cappello, si ha a che fare con dei veri professionisti.

LA PULIZIA

La pulizia sulla nave è qualcosa di maniacale. Dovunque ed in ogni momento si vedono addetti che spazzano, lavano, lucidano ogni singola parte della nave e non si può trovare un granello di polvere neanche a cercarlo.

I PASTI

I pasti sono sicuramente una delle parti predominanti di una crociera. Si mangia dovunque e a qualsiasi ora. Colazioni, merende, pranzi cene, spuntini di vario genere si susseguono a ritmo incalzante durante tutta la giornata. Ma l’apoteosi si raggiunge nei buffet. Veri riti orgiastici, nei quali si scatenano gli istinti animali dei passeggeri. In quella sala “ho visto cose che voi umani non potete immaginare…”.
I pasti nelle sale da pranzo invece sono sicuramente più rilassati. I camerieri sono gentili ed efficienti e, a parte le estemporanee tarantelle, si passano dei gradevoli momenti.
Per quanto riguarda la qualità del cibo, in generale mi aspettavo qualcosa di più. I buffet sono qualitativamente piuttosto scadenti. Molto meglio invece i pasti serviti a tavola, più per i piatti di carne che per quelli di pesce. Menzione speciale va ai dolci, davvero gustosi e sempre ben preparati.

Nella nave ci sono anche svariati ristoranti e pizzerie a pagamento, ma non ne abbiamo mai provati. Curioso il sistema delle bevande, che sono sempre e solo al bicchiere. La mattina a colazione abbiamo notato che molti riempivano bottigliette vuote dai dispenser gratuiti sistemati in sala ed abbiamo cominciato a fare così anche noi.

LE ESCURSIONI

Altro aspetto che mi ha davvero impressionato è l’efficienza nella gestione delle escursioni. Ogni giorno decine di pullman partono con gran puntualità, ognuna con la propria guida multilingua, alla volta delle diverse mete previste dal programma. Dal momento che si può anche decidere di scendere durante il tour, per continuare la visita da soli, c’è anche un valido servizio navetta che si occupa di riportarvi a bordo nei tempi limite concessi. Sembra incredibile che le migliaia di persone che ogni giorno scendono dalla nave per visitare le città nelle quali la crociera fa tappa, riescano tutte a risalire in tempo.

Per quanto riguarda le visite, sono necessariamente effettuate a volo d’uccello e consentono esclusivamente di mettere una bandierina sulla carta geografica, non certo di conoscere i luoghi visitati.

I COSTI

Qui veniamo al punto dolente. Tutto nelle crociere è studiato per farti spendere più soldi possibili. Al momento della prenotazione si viene attratti da prezzi abbordabili, ma una volta giunti a bordo, comincia lo stillicidio.

Sulla nave non esistono contanti, ma tutti i pagamenti vengono effettuati mediante una card personale, consegnata all’arrivo, che bisogna collegare ad una carta di credito. Durante la crociera, quindi, non si ha la percezione immediata di quanto si stia spendendo.

A bordo poi sono decine le possibilità di far salire il conto della carta. Le bevande, che se non si è stati sufficientemente previdenti da acquistare un pacchetto prima della partenza (ed anche in quel caso qualche articolo extra a pagamento lo troverete sempre), rischiano di svuotarvi il portafoglio. Poi ci sono i conti del bar, che possono salire in maniera vertiginosa. Gli svariati ristoranti a pagamento. Una pizza ed una birra in pizzeria. Un gelato in gelateria. L’utilizzo del wifi a bordo. Il bingo a 20 euro (minimo) a partita. Le fotografie a prezzi folli. La SPA. I negozi. I videogiochi della fornitissima sala arcade (fate attenzione ai bambini). La lavanderia. Il medico (facendo le corna).  Le escursioni, che per alcune crociere possono arrivare anche a centinaia di euro. Per finire (ma sto sicuramente dimenticando qualcosa) con il casinò, modo perfetto per farsi del male da soli…
In effetti, una cosa importante la stavo dimenticando: le mance. Con un sistema, che ho sinceramente trovato discutibile, ci sono stati prelevati 10 euro al giorno a testa, come quota obbligatoria per le mance. 

Certo, è evidente che nessuno ti obbliga a comprare nulla. Si può tranquillamente passare tutta la crociera senza spendere un euro in più di quanto pagato al momento della prenotazione, ma vi assicuro che è un’impresa ardua. Stare diversi giorni chiusi in una nave senza farsi attrarre da qualche servizio a pagamento è quasi impossibile. Io stesso, che mi ero ripromesso di non spendere assolutamente nulla in extra, al termine della vacanza, mi sono ritrovato, senza neanche ricordare come, con diversi soldini addebitati sulla carta di credito.

Insomma, non posso dire di aver visto il diavolo, ma la crociera è sicuramente “Una cosa divertente che non farò mai più”…

Oltre alla mia Crociera leggete qui tutti gli altri miei post

Se hai trovato questo articolo interessante, potresti condividerlo? Grazie

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *