New York in 3 giorni…

Reduce dalle fatiche del mio Londra in 3 giorni, mi tuffo in un’impresa ancora più ardua: New York in 3 giorni !

Anche in questo caso, ovviamente, è impossibile pensare di poter visitare tutta la città in così poco tempo, ma contrariamente a quanto si possa immaginare, in tre giorni si può fare molto.

New York è una città che si gira agevolmente a piedi. Le strade sono tutte dritte e pianeggianti ed è facilissimo orientarsi. Questa però è anche un’arma a doppio taglio, perché spesso si ha l’impressione di poter arrivare brevemente in un luogo visibile all’orizzonte, mentre magari è distante anche chilometri.
Perciò, ricordatevi sempre: New York è grande e le distanze da coprire sono più lunghe di quanto immaginiate.

ARRIVO

A New York ci sono 3 grandi aeroporti, ma se avete preso un volo di linea, quasi certamente sarete atterrati all’aeroporto JFK (John F. Kennedy). Per arrivare in centro potrete scegliere tra questi metodi:

AIRTRAIN JFK

Quello sicuramente più economico è l’Airtrain JFK, un treno automatico che unisce i terminal dell’aeroporto alle stazioni della metropolitana. Se proprio devo essere sincero, non mi sento di consigliarlo, per diversi motivi. Anzitutto bisogna cambiare due mezzi (il treno + la metropolitana) e con le valigie al seguito è decisamente scomodo, considerata anche la stanchezza dopo ore di volo. In secondo luogo, soprattutto se si arriva a New York per la prima volta, orientarsi tra le varie fermate dei due mezzi, quando non si vede l’ora di arrivare in albergo, non è proprio il massimo.

TAXI

Passiamo quindi a considerare il  taxi. E’ sicuramente il mezzo più costoso, ma il più comodo per i neofiti di New York. Non bisogna fare altro che salire a bordo e farsi depositare davanti all’albergo. E poi, se siete in più persone, la spesa viene ammortizzata. Le controindicazioni potrebbero essere il poco spazio a disposizione se si hanno molte valigie e le lunghe file da affrontare se si arriva nelle ore di punta.

NAVETTA (Shuttle)

Questo è il mezzo che io preferisco in assoluto. Lo potete prenotare anticipatamente online (qui trovate diverse compagnie) ed un autista vi attenderà all’uscita del terminal all’ora prestabilita. I mezzi sono dei pulmini che consentono di viaggiare assieme anche se si è in più persone e, cosa non trascurabile, si può prenotare anche il viaggio di ritorno. E tutto questo a dei costi in media inferiori a quelli dei taxi. Meglio di così…

Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

1° GIORNO

Dovunque sia situato il vostro albergo, svegliatevi presto, perché dovete sfruttare al massimo il tempo a vostra disposizione. Guardatevi attorno ed assaporate questa città. Ogni angolo vi potrà offrire qualcosa.

PERCORSO N. 1 – Da Wall Street all’ High Line

Arrivate con la metro alla fermata World Trade Center. Appena usciti vi troverete immersi in un mondo fantastico. Siete infatti giunti nella nuova fantascientifica stazione nominata Oculus, opera dell’archistar spagnola Santiago Calatrava (per maggiori informazioni date uno sguardo al post Architettura moderna a New York).
L' Oculus di S. Calatrava

Dopo esservi ripresi ed aver dato un’occhiata alla struttura, uscite e vi troverete davanti al 9/11 Memorial, il parco commemorativo ricavato sul sito delle ex torri gemelle. Uno spazio estremamente suggestivo che comprende due immense vasche ed un museo sempre molto affollato.

Il 9/11 Memorial con l'Oculus sullo sfondo
L’operazione nel complesso è indubbiamente spettacolare, ma personalmente non mi entusiasma. Trovo i giganteschi spazi vuoti dei due vasconi (che hanno lo stesso perimetro delle torri abbattute) tristi ed ansiogeni, sentimenti che avrei preferito non enfatizzare in questo già triste luogo. Mi sarebbe piaciuto che si fosse cercato di portarvi un pò di gioia, magari coinvolgendo i bambini con fontane e giochi d’acqua. Ma si tratta ovviamente di un’opinione del tutto personale.
Uno dei due vasconi del 9/11 Memorial con il Memorial Museum sullo sfondo
Il 9/11 Museum

Siamo in zona Wall Street, che è davvero molto vicina. Se siete interessati all’argomento, ci sono delle interessanti visite guidate alla celebre borsa di New York, la NYSE (New York Stock Exchange)

Il Woolworth Building
Il NYSE di Wall Street

La Statua della LIbertà si può vedere da diversi punti di Manhattan e Brooklyn, ma se volete darle un’occhiata da vicino, a poca distanza da Wall Street, all’interno del Battery Park, c’è l’imbarco per l’isola che la ospita.
Il mio consiglio però è un altro, avete poco tempo per visitare New York ed un giro a Liberty Island vi porterebbe via mezza giornata, quindi, se proprio volete vedere la statua da vicino, prendete lo Staten Island Ferry, un traghetto totalmente gratuito che 24 ore al giorno, per 7 giorni la settimana, fa la spola tra Manhattan e Staten Island. Il traghetto, non solo passa a brevissima distanza dalla statua, ma offre una splendida vista dello skyline della parte sud della città. Si può prendere dalla South Ferry Station e dovreste avere l’accortezza di non andarci nelle ore di punta, quando è stracolmo di pendolari.

Lo stesso traghetto che porta alla Liberty Island, si ferma anche ad Ellis Island. Per chi non lo sapesse, quest’isoletta ha un alto valore simbolico per i milioni di emigrati che da tutto il mondo si sono riversati in America in cerca di fortuna. Era qui infatti che tutti gli stranieri dovevano effettuare una quarantena prima di poter sbarcare sul territorio americano.
Una fetta considerevole di questi era italiana, quindi qualcuno (soprattutto se ha parenti che hanno compiuto questo percorso) potrà ritenere interessante ed emozionante visitare questo luogo di speranza e di dolore. C’è un interessante museo e le strutture si possono girare con visite guidate.

Il Toro di Wall Street
CURIOSITA’ –  Le sculture di South Manhattan
A pochi minuti a piedi, su Bowling Green, lungo la Broadway, c’è la celebre statua del toro di Wall Street. L’opera in bronzo è stata realizzata dall’artista italiano Arturo Di Modica e lì sistemata nel 1989 senza autorizzazione delle autorità. Nonostante gli iniziali tentativi di rimuoverla, è rimasta al suo posto, divenendo uno dei simboli di New York.  Poco distante, all’interno del Battery Park, nell’estrema punta meridionale di Manhattan, vi sono altre due sculture degne di nota. La prima si intitola The Sphere e fino al 2001 era sistemata nella piazza tra le due torri gemelle del World Trade Center. Miracolosamente salvatasi, anche se danneggiata, è stata sistemata qui in ricordo della tragedia. Infine, nei pressi del molo da cui partono i battelli per la Statua della Libertà, c’è un gruppo scultoreo intitolato American Merchant Mariner’s Memorial, della scultrice francese Marisol, che rappresenta un evento poco conosciuto avvenuto nel 1942, quando un U-Boat tedesco affondò delle navi mercantili nel porto di New York. La particolarità della scultura è che il marinaio che i compagni tentano di salvare, durante l’alta marea viene sommerso dalle acque.
American Merchant Mariner's Memorial
The Sphere

Dirigetevi ora verso nord. Vi state inoltrando per Tribeca, uno dei quartieri più trendy di Manhattan. E’ caratterizzato da vecchi magazzini portuali ristrutturati che, nonostante il loro aspetto dimesso, ora ospitano appartamenti da milioni di dollari. Julia Roberts, Beyoncé, Taylor Swift, Justin Timberlake, Mariah Carey sono solo alcuni dei personaggi che abitano qui, senza parlare di Robert De Niro che vi ha anche aperto un noto ristorante, il Tribeca Grill.

Uno scorcio di Tribeca

Continuando verso nord, di colpo l’architettura comincia a cambiare. Gli ex magazzini di Tribeca lasciano lo spazio a case più basse rivestite dai caratteristici mattoncini marroni e si cominciano a vedere le tipiche scale antincendio in metallo che si arrampicano sulle facciate delle abitazioni. E’ un paesaggio familiare che abbiamo visto in decine di film e telefilm. Siamo infatti entrati nel Greenwich Village

Una pittoresca stradina del Greenwich Village

Come il nome lascia intendere, il quartiere trae origine da un antico villaggio (cosa che si evince dal suo schema viario, uno dei pochi a Manhattan che si sviluppa in maniera disordinata) e negli anni ha legato il suo nome a tutti i movimenti culturali alternativi sviluppatisi nel ventesimo secolo.

L'arco di Washington Square
CURIOSITA’ –  Il Village, un set a cielo aperto
Il Greenwich village, forse proprio per la sua vocazione di quartiere alternativo, è sempre stato molto rappresentato sia nel cinema che in televisione. Girando per il quartiere ci si può quindi imbattere in diverse location note. 
  • Al 75 di Bedford St c’è la casa più stretta di New York, dove ha abitato un giovane Cary Grant agli inizi di carriera.
  • Poco più avanti, al 90 di Bedford St, c’è il palazzo dove sono stati girati gli esterni della celeberrima sitcom Friends
  • Al 66 di Perry St, c’è la casa di Carrie Bradshow nell’altrettanto celebre serie televisiva Sex and the City ed al 401 di Bleecker St c’è la Magnolia Bakery, dove le ragazze della serie andavano a comprare i loro cupcacke.
  • Al 105 di Bank St, si trova l’edificio dove John Lennon e Joko Ono hanno abitato dal 1971 al 1973.
  • Davanti all’arco di Washington Square, in Harry ti presento Sally, un giovane Billy Crystal viene depositato da Meg Ryan alla fine del loro viaggio di trasferimento a New York, mentre poco più in là, al 111 di Waverly Pl, vive la coppia Robert Redford – Jane Fonda in A piedi nudi nel parco.
Questi sono solo quelli che ho rintracciato io, ma ce ne saranno certamente molti altri.
La location esterna della sitcom Friends
Miriam nella Magnolia Bakery
A casa di Carrie Bradshaw...
E’ gradevole aggirarsi per le stradine alberate del quartiere. Degna di nota è Bleeker Street piena di negozietti di firme alternative e locali di ogni genere.
Una suggestiva immagine del Greenwich Village sotto la neve
Per gli amanti dell’arte e non, vale un salto alla Carmine Swimming Pool, una piscina pubblica al 1 di Clarckson St, dove campeggia un gigantesco murales di Keith Haring. L’opera si può vedere anche dall’esterno.
L'opera di K. Haring alla Carmine Swimming Pool

Proseguendo verso nord il paesaggio cambia ancora una volta. Siete infatti entrati nel Meatpacking District, un altro dei quartieri oggetto di una massiccia gentrificazione. Fino a pochi anni fa era sede di svariati stabilimenti di lavorazione della carne (da dove il nome) e di notte diventava il regno di trafficanti e prostitute. Oggi è divenuta una delle zone più cool (e costose) di New York, affollata di club esclusivi, negozi di grandi firme e ristoranti stellati.

Il Whitney Museum al Meatpacking District

Ma se siamo qui è principalmente per due cose: la nuova sede del Whitney Museum of Modern Art, un nuovissimo edificio progettato da Renzo Piano, e l’ High Line, lo splendido parco sospeso ricavato dal vecchio tracciato di una ferrovia, che qui ha inizio.

Del primo potete leggere nel post Architettura moderna a New York, mentre dell’ High Line, tratto ampiamente nel post New York: la High Line.

Se siete colti da improvviso appetito mentre percorrete l’High Line, fermatevi al Chelsea Market, un vecchio magazzino divenuto oggi uno strepitoso mercato colmo di graziosi locali.

Chelsea Market
Una birretta al Chelsea Market

PERCORSO N. 2 – Dalla High Line a Central Park

Arrivati in fondo alla High Line, prendete la 31th e dirigetevi verso est. Passando di fianco al Madison Square Garden, il mitico palazzetto dello sport, sede anche di svariati celebri concerti, arriverete all’ Empire State Building, un’altra delle icone di New York, forse la più famosa dopo la Statua della Libertà.
Il Madison Square Garden
Empire State Building

Dando un’occhiata da sotto all’imponente mole dell’edificio, sarete colti da un inevitabile dilemma: salire o non salire? Vi do quindi qualche consiglio in merito. 

A New York ci sono tre punti privilegiati da cui ammirare uno strepitoso panorama dall’alto: l’ Empire State Building, la Freedom Tower (One WTC) e il Top of the Rock. Anzitutto c’è da dire che il costo per salirci sopra ha raggiunto livelli assolutamente indecenti. La media infatti si aggira sui 40 dollari a persona, quindi bisogna fare una scelta ragionata, soprattutto se si ha una famiglia di più persone.
Vediamo quindi nello specifico:
  • EMPIRE STATE BUILDING. Ci sono due punti di osservazione, all’ 86° e al 102° piano (per salire al 102° si paga un supplemento). A mio parere l’86° piano è più che sufficiente, si ha una splendida vista verso sud e i nuovi grattacieli del WTC, mentre quella verso nord è un pò limitata dai grattacieli circostanti;
  • Panorama notturno dall' Empire State Building
    • FEEDOM TOWER (One WTC). E’ il nuovissimo grattacielo che ha preso il posto delle torri gemelle. Gli osservatori sono su tre piani, dal 100° al 102°. Anche qui, la vista verso sud è spettacolare, si abbraccia tutta la baia fino al ponte di Verrazzano, mentre verso nord si può vedere Manhattan in tutta la sua interezza, ma le distanze sono così elevate che non si distinguono bene i particolari.
    La Freedom Tower
    Il Top of the Rock al Rockefeller Center
    • TOP OF THE ROCK. E’ l’osservatorio posto sopra una delle torri del Rockefeller Center ed è in assoluto il mio preferito. Ha tre livelli di osservazione, al 67°, al 69° e al 70° piano. La terrazza esterna al 69° piano è protetta da pannelli in vetro, mentre quella del 70° è totalmente aperta. La vista da entrambi i lati è spettacolare. Verso nord si vede Central Park in tutta la sua interezza, mentre verso sud campeggia l’Empire State Building isolato e all’apparenza vicinissimo. Di sera, poi, quando le luci si accendono, la vista diventa magica.
    In conclusione, a mio parere, l’ideale sarebbe visitarne due: l’Empire State Building di giorno e il Top of the Rock a tardo pomeriggio per vedere le luci della città che man mano si accendono. Se invece volete vederne solo uno, allora io sceglierei senza dubbio il Top of the Rock.

    P.S. A New York i nuovi grattacieli spuntano come funghi e mentre sto scrivendo, è stata annunciata l’apertura di un nuovissimo e spettacolare punto panoramico. Si tratta di Edge, la più alta terrazza esterna del mondo, situata nel nuovo complesso di Houston Yard. Promette viste emozionanti e spero di riuscirò a visitarla prima possibile.

    Central Park dal Top of the Rock
    SKYLINE DI NEW YORK SENZA SVENARSI
    Oltre ai summenzionati grattacieli, vi sono altri modi per osservare lo skyline della città senza dover accendere un mutuo. Non dall’alto, ma ugualmente spettacolari:
    • Dal Ponte di Brooklyn. E’ il più famoso dei diversi ponti di New York, è lungo 2 km ed il suo attraversamento è gratuito. Una volta giunti sulla sponda opposta, un’altra zona privilegiata per ammirare lo skyline di Manhattan è la Brooklyn High Promenade, una bella passeggiata lungofiume in una delle zone più esclusive di questo quartiere.
    • East River State Park. E’ situato a Williamsburg (Brooklyn) e se ci andate di sabato, potrete anche approfittare della presenza dello Smorgasburg Market, uno dei più celebrati street food market di New York, per fare un picnic con vista su Manhattan.
    • Staten Island Ferry. Ne abbiamo già parlato più sopra. Anche questo è un ottimo mezzo per ammirare l’impressionante panorama della punta meridionale di Manhattan.
    • Roosevelt Island. Posto poco conosciuto di New York, Roosevelt Island è un’isoletta in mezzo all’East River, vera oasi di pace e tranquillità. Recandovi al nuovissimo F.D. Roosevelt Four Freedom Park, avrete una splendida vista sulla parte centrale di Manhattan. Potrete poi tornare indietro facendo l’insolita esperienza della funivia che costeggia il Queensboro Bridge.
    • Hoboken. Infine, vi propongo una vista inusuale dello skyline newyorkese, quella occidentale. Con pochi minuti di metropolitana dalla nuova stazione Oculus, arriverete ad Hoboken, nel New Jersey, fino a pochi anni fa conosciuta solo per aver dato i natali a Frank Sinatra ed al gioco del baseball ed ora anche per essere la sede della Carlo’s Bake Shop (Il boss delle torte). Dal lungofiume della quieta e graziosa cittadina si gode di una vista impareggiabile.
    L'incredibile skyline di Manhattan da Hoboken

    Scesi dall’Empire (se ci siete saliti), siete a pochi minuti da Times Square. Perché non farci un salto? Certo, di giorno l’effetto non è lo stesso che di sera, ma un giretto tra la varia umanità che l’affolla vale comunque la pena.
    A questo proposito torno un attimo sull’annoso problema delle cosiddette “trappole per turisti”. Non c’è alcun dubbio che Times Square sia una specie di luna park per turisti, ma è pur sempre un’icona di New York, un aspetto del suo lato kitsch, e credo che comunque meriti una visita.

    Time Square di giorno
    Se avete intenzione di andare a vedere uno spettacolo a Broadway, in mezzo a Times Square, sotto la grande scalinata rossa, c’è un botteghino TKTS che vende biglietti scontati per gli spettacoli di giornata. Gli sconti possono arrivare anche al 50%, ma ci sono delle controindicazioni. Anzitutto le lunghissime file da affrontare (che per chi ha poco tempo a disposizione non è proprio il massimo), poi la non certezza di trovare quello che si cerca (i biglietti vanno ad esaurimento). Se volete un consiglio, acquistate i biglietti online, evitate sprechi di tempo e si possono anche trovare ottime occasioni.
    Riposino a Times Square

    Arrivati a questo punto avrete probabilmente raggiunto (ma molto più probabilmente superato) l’ora di pranzo. Se volete concedervi un’esperienza tipicamente Big Apple, andate al più vicino Shake Shack (in zona ce ne sono diversi) la catena di fast food più amata dai newyorkesi. Non sono un grande appassionato di hamburger, ma posso testimoniare che qui sono migliori di quelli di catene a noi più note.

    Dopo esservi rifocillati, è il momento di dare un’occhiata a quello che potremmo definire, anche se impropriamente, il centro di New York: il tratto della Fifth Avenue compreso tra Bryant Park e Central Park. La prima parte è caratterizzata dal susseguirsi di grandi catene a basso costo, mentre dalla 48° Strada in poi comincia la sfilata delle grandi firme internazionali. Non esiste marchio di lusso che non abbia un punto vendita in questo tratto della Fifth Avenue. E’ proprio qui che ha inizio il Rockefeller Center, un gigantesco complesso che occupa ben tre isolati e che conta 19 edifici, nel mezzo dei quali c’è una bella piazza dove in inverno viene allestita una famosa pista di pattinaggio sul ghiaccio. Fanno parte del complesso anche il Top of the Rock (del quale ho parlato prima) ed il Radio City Music Hall, uno dei più importanti teatri della città.
    Davanti al Radio City Music Hall
    Rockefeller Center versione estiva
    Rockefeller Center versione invernale
    DIAMOND DISTRICT
    Il tratto della 47° strada che va dalla 5° alla 6° Avenue è nota come Diamond District. E’ infatti un intero isolato dedicato esclusivamente al commercio di diamanti e pietre preziose. A livello strada è tutto un susseguirsi di negozi, grandi e piccoli, sempre affollati, nei quali venditori ebrei, spesso chassidici, con i loro lunghi boccoli davanti alle orecchie, contrattano a più non posso la loro merce.    La tradizione risale al periodo della guerra, quando i gioiellieri ebrei d’Olanda dovettero fuggire a causa del nazismo e trasferirono a New York le loro attività.
    Diamond District

    Di fronte al Rockefeller Center c’è la neogotica St Patrick’s Cathedral, la più grande chiesa cattolica della città ed una delle più grandi del paese. Risalente alla fine dell’800, al momento della sua ultimazione era l’edificio più alto di New York, ma ora fa una strana impressione, soffocata dagli imponenti grattacieli che la circondano.  

    La cattedrale di St Patrick
    Manifestazione davanti alla Trump Tower

    Poco più avanti, vi troverete di fronte alla grandiosa Trump Tower, quartier generale del magnate/presidente, un colosso nero con giardino pensile annesso. La sua costruzione sollevò grandi polemiche in quanto prese il posto di un pregevole palazzo art decò. Trump, per metterle a tacere, promise di donare gli arredi e le statue al Metropolitan Museum, ma in fase di demolizione distrusse tutto per non ritardare i tempi di costruzione…
    Fate una puntata nel gigantesco atrio per ammirare un vero trionfo del kitsch !

    Interno del MOMA
    I grandi musei: Il MOMA
    Percorrendo la Fifth Avenue, se girate sulla sinistra per la 53° Strada, dopo pochi metri vi troverete di fronte all’ingresso di uno dei maggiori templi mondiali dell’arte e della cultura moderna: il Museum of Modern Art, confidenzialmente il MOMA. La struttura esterna non è di grande impatto, anzi, si potrebbe passargli accanto senza accorgersi della sua presenza, ma è internamente che il grande complesso prende vita attorno ad un bel giardino. Dentro questo incredibile scrigno sono conservate alcune tra le opere più importanti della storia dell’arte moderna. Tra le altre cose c’è anche un’importante sezione dedicata al design. Il biglietto di ingresso non è proprio economico, ma il venerdì dopo le 16,00 l’ingresso è libero.
    L' Hotel Plaza all'ingresso di Central Park

    Dopo aver incrociato la celeberrima gioielleria Tiffany (quella della “colazione” di Truman Capote) ed il lussuosissimo grande magazzino Bergdorf Goodman, sarete arrivati davanti ad uno dei panorami più celebri di New York, immortalato in decine di film. Sulla sinistra l’austera facciata dell’Hotel Plaza e di fronte le prime propaggini di Central Park.

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    PERCORSO N. 3 – Da Central Park al Lower East Side

    Da qui in avanti inizia l’Upper East Side, il quartiere dell’alta società newyorkese, ma ci farete un salto domani. Ora girate sulla destra per la 57° Strada e, dopo essere passati sotto l’incredibile 432 Park Avenue, uno dei grattacieli più alti e più stretti al mondo (sembra incredibile possa reggersi in piedi senza crollare al primo colpo di vento…), arriverete in Park Avenue, riconoscibile dallo spartitraffico alberato che la attraversa. 
    L'incredibile silouette del "432 Park Avenue"

    Su questa elegante via hanno sede importantissime aziende ed istituzioni economiche. Al numero 375 c’è il Seagram Building (ne parliamo nel post Architettura moderna a New York) e poco più avanti il Waldorf Astoria, l’hotel storico più importante di New York (assieme al Plaza), il cui propretario John Jacob Astor IV perì nel 1912 nel naufragio del Titanic.

    Il Seagram Building di Mies van der Rohe
    Il Chrysler Building dalla Grand Central Station
    CURIOSITA’: La grata di Marilyn
    Se, appena superato il Seagram Building, fate una piccola deviazione a sinistra sulla 52° Strada. All’incrocio con la Lexington Avenue, all’incirca di fronte al ristorante francese l’Entrecote, c’è la grata dove fu girata la celebre scena della gonna svolazzante di Marilyn Monroe, nel film Quando la moglie è in vacanza. Incredibilmente non c’è nulla che ricordi quell’avvenimento, né una statua né una targa. Probabilmente gli abitanti della zona, con pragmatismo tutto newyorkese, non avranno voluto creare fastidiosi assembramenti davanti alle loro case ed attività. 
    Park Avenue

    Di fronte a voi avete un’altra famosa vista di New York, il moderno Metlife Building (ex PanAm), parzialmente coperto dall’antico The Helmsley Building, a chiudere la strada.

    Per attraversarli, non vi infilate nel tunnel, ma girate sulla parallela Vanderbilt Avenue e percorretela fino ad arrivare all’ingresso della Grand Central Station. Alzate un attimo lo sguardo per avere una bella veduta del Chrysler Building (il più bel grattacielo di New York !) ed entrate nella stazione.

    Una volta nella hall, guardandovi attorno, giurereste di esserci già stati. Questo perché non c’è film ambientato a New York che non abbia almeno una scena girata in questo gigantesco ed elegante atrio. Se siete amanti del genere, non potete perdervi l’Oyster bar al piano sottostante.

    Interno della Grand Central Station

    A questo punto, dopo tanto camminare, non vi obbligo ad un altra scarpinata, quindi, prendete un taxi e fatevi portare al Madison Square Park.
    Vi troverete di fronte all’ennesimo quadretto newyorkese estremamente familiare. Su questa grande piazza verde, infatti, si affaccia uno dei palazzi più emblematici della città, il Flatiron Building, il famoso “ferro da stiro” che dal 1902 attira sguardi ammirati sulla sua curiosa conformazione triangolare.

    Guardando l’edificio, sulla destra, si trova la sede di Eataly, il regno dell’Italia gastronomica di cui il noto ristoratore Joe Bastianich è uno dei proprietari. Aperto nel 2010, è divenuto una delle attrazioni più visitate di New York, tanto che da poco è stato aperto un nuovo punto nel WTC a south Manhattan.

    Il Flatiron Building. Sulla destra l'ingresso di Eataly
    Prendendo la Broodway, dopo qualche isolato, si raggiunge Union Square, una grande piazza molto animata per quattro giorni la settimana (Lunedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato dalle 08,00 alle 18,00) per merito del mercatino agroalimentare che vi si tiene ormai dagli anni settanta. Nei più di cento banchetti, si possono scovare prodotti introvabili nei supermercati della città. Attorno ad Union Square erano dislocate due delle tre sedi della Factory di Andy Warhol.
    Dentro Eataly
    ARTE – La Factory di Andy Warhol
    The Factory era il nome con il quale era conosciuto lo studio dove operava l’artista Andy Warhol. Il nome deriva dal fatto che, più che un semplice studio, si trattava di una vera e propria fabbrica dove si creavano quadri, sculture, film, musica ed ogni altra possibile espressione artistica alternativa. Il luogo, inoltre, era il ritrovo alla moda per artisti e personaggi eccentrici. La Factory rimase aperta dal 1962 al 1984 e durante questo periodo ebbe tre sedi. La prima al 231 Est 47th St, la seconda al 33 di Union Sq Est (Decker Building) e la terza al 22 Est 33th St.
    Greene St a Soho

    Fate un altro salto in taxi (o metro) per raggiungere l’angolo tra la Broadway e la Houston St. Siete ora nel cuore di Soho, uno dei quartieri più spettacolari di New York.
    Il suo soprannome “cast iron district” (il distretto di ghisa), fa ben capire quale sia la caratteristica che lo contraddistingue. Bei palazzi dalle facciate di ghisa, merlettati dalle metalliche scale antincendio, si susseguono imponenti per le strette vie del quartiere, formando magici giochi di ombre col variare della luce.
    Greene St è la via sicuramente più scenografica, ma anche Broome St, Mercer St e Spring St non sono da meno.

    Scorci di Soho

    Dopo aver soddisfatto la vista, è il momento di soddisfare lo stomaco e qui sono due le istituzioni che vanno assolutamente visitate. La prima è Dean & DeLuca, un grande emporio gastronomico ricolmo di prelibatezze di ogni tipo. Si trova sulla Broadway (all’angolo con Prince St), la strada più commerciale del quartiere, dove le marche di abbigliamento a basso costo si susseguono senza soluzione di continuità. Mentre uscite da Dean & DeLuca, alzate lo sguardo e date un’occhiata allo splendido palazzetto li di fronte, è il Little Singer Building, realizzato nel 1904 per ospitare la sede della nota marca di macchine per cucire.

    Dean & deLuca
    Il Singer Building

    La seconda è ad un paio di isolati di distanza, più precisamente al 17 di Cleveland Pl. Si tratta di Eileen’s Special Cheesecake. Si fa fatica a credere che negli anni 70, quando la pasticceria fu aperta, questa trafficata zona fosse una specie di buco nero della città, con palazzi diroccati e delinquenza diffusa. Ma Eillen ha resistito, continuando a proporre le sue deliziose cheesecakes (più volte nominate le migliori di New York) nel suo minuscolo negozio, rimasto inalterato da allora.
    Mettetevi pazientemente in coda (ma la fila scorre veloce) ed acquistate qualcuna delle miniporzioni proposte in decine di gusti, tutte buonissime.

    Siete ora alle porte di Nolita (contrazione di North of Little Italy), quartiere giovane e dinamico, ideale per i brunch domenicali.

     La vicinanza a Little Italy potrebbe spingervi a farvi un salto, ma più di una toccata e fuga a mio avviso questo storico quartiere non merita. Di italiano, infatti, non vi è quasi più nulla, a parte qualche ristorante tipico. La popolazione di origine italiana si è da tempo spostata in altre zone della città, principalmente nel Bronx (Arthur Avenue è considerata la vera Little Italy odierna) e a Brooklyn nel sobborgo di Bensonhurst.

    Nolita sotto la neve

    Spostatevi ora verso est fino ad arrivare sulla Bowery. Siete arrivati ai margini del Lower East Side, uno dei quartieri più terribili di New York tra gli anni 70 ed 80. Case diroccate, spacciatori ad ogni angolo, prostituzione e delinquenza di ogni genere animavano la vita di questa zona. Qui si sviluppò anche un intenso movimento culturale alternativo, che gravitava attorno all’appartamento dello scrittore William Borroughs (vedi riquadro qui sotto).
    Oggi il quartiere è profondamente cambiato, diventando uno dei più ricercati dai giovani rampanti. Locali e gallerie d’arte hanno aperto ad ogni angolo e gli affitti sono cresciuti in maniera esponenziale.

    IL BUNKER di W. Borroughs 
    Nel 1974 il celebre scrittore William Borroughs venne ad abitare al 222 di Bowery St. Si tratta di un sottotetto senza finestre a cui diede il nome di bunker (al momento della mia visita, sul citofono del palazzo c’era ancora questo nome sul campanello). Il palazzo che lo ospita è una vecchia sede dell’YMCA che, una volta ristrutturato, ha ospitato alcuni tra i maggiori artisti del XX secolo. Mark Rothko, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, il poeta John Giorno. Durante la sua permanenza nel bunker, che durò fino al 1981, Borroughs fece di questo posto un punto di ritrovo per gente del calibro di Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Marisol, i poeti Gregory Corso, Allen Ginsberg, il regista Jim Jarmusch, i musicisti Mick Jagger, Patti Smith, Frank Zappa, Lou Reed, tanto per citarne alcuni. La presenza di spacciatori sotto casa 24 ore su 24, poi, rendeva ancora più appetibile il posto a questi personaggi…
    Il New Museum
    La Sperone Gallery di N. Foster

    Da non perdere in zona l’ardita struttura del New Museum, museo interamente dedicato all’arte contemporanea mondiale.

    Continuando lungo la Bowery, all’incrocio con la Houston gli amanti dell’arte di strada non possono perdere il Bowery Mural. Si tratta di un tratto di muro che fu inizialmente affrescato nel 1982 da Keith Haring e da allora numerosi altri artisti vi hanno periodicamente sovrapposto le loro opere. Nel 2008, la proprietà del palazzo ha deciso di farne una galleria all’aria aperta e dopo aver ricoperto il muro con pannelli di compensato, inviata periodicamente artisti da tutto il mondo a realizzarvi le proprie opere.

    Il Bowery Mural al momento della mia visita
    I Ramones davanti al CBGB nel 1977

    Per continuare nella rievocazione della storia alternativa del quartiere, in rapida successione potete trovare altre due importanti location. Il 315 della Bowery è dove sorgeva il mitico CBGB, il locale dove sono nati alcuni dei più importanti movimenti musicali della scena underground. Qui hanno suonato per la prima volta, tra gli altri, The Ramones, Patti Smith, Debbie Harry, Iggy Pop, Talking Heads e dei giovanissimi Police. Oggi al suo posto c’è un eccentrico negozio di abbigliamento che però conserva parte degli arredi del vecchio locale.

    La seconda location è decisamente meno giocosa. Un isolato più avanti, infatti, al 57 di Great Jones St, c’era lo studio dell’artista Jean-Michel Basquiat, dove il 12 agosto 1988 venne trovato morto per overdose. Al momento della mia visita c’era un ristorante giapponese… 

    Pochi metri più avanti, esattamente al 29 E 4th St, c’è un interessante museo. Si tratta della Merchant’s House, un palazzo una volta appartenuto ad un ricco mercante e conservato con tutti gli arredi originali. E’ l’unica casa del 1800 rimasta inalterata, sia negli esterni che negli interni, di tutta New York ed essendo posta tra due lotti edificabili, è in perenne battaglia per preservare la propria incolumità.

    In alternativa (o in aggiunta) nei dintorni c’è un altro bel museo, il Tenement Museum (Museo degli Immigrati), 103 Orchard St, un antico caseggiato che ospitava immigrati di ben 20 nazioni, stipati all’inverosimile. Le ricostruzioni mostrano le condizioni di vita al suo interno. Vi sono anche interessanti tour guidati.

    Merchant's House esterno
    Uno degli interni

    Ok, se siete riusciti a seguire tutto il percorso avete già fatto abbastanza e sarete un pò stanchi. Potete rimanere in zona e cominciare a pensare alla cena. In verità avreste dovuto pensarci un pò prima, perché a New York, senza prenotare in anticipo, difficilmente si riesce a trovare posto nei ristoranti.

    Come dicevo, potete rimanere in zona perché avrete un’abbondante scelta di locali, sia che vogliate rimanere tra il Lower East Side e l’East Village (appena più a nord), sia che vogliate spostarvi verso il Greenwich Village (appena più ad ovest).

    LA CHICCA – Katz’s Delicatessen

    Al 205 E di Houston St, esattamente al confine tra il Lower East Side e l’East Village, c’è un locale che appartiene alla storia di New York. E’ il Katz’s Delicatessen, fondato nel 1888 il ristorante è specializzato in cucina tradizionale ebraica ed in tutta la sua storia è sempre stato un locale tutt’altro che turistico, frequentato da newyorkesi doc principalmente per i suoi giganteschi panini al pastrami. Fino al fatidico 1989, quando la famosa scena di Meg Ryan nel film Harry ti presento Sally lo ha fatto diventare una delle mete turistiche della città.

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    2° GIORNO

    Dopo un sonno ristoratore, preparatevi per una seconda giornata un pò più rilassata. Daremo un’occhiata a Central Park e nel pomeriggio faremo un salto a Brooklyn.

    PERCORSO N. 1 – Central Park e Upper Manhattan

    Con la metro o con un taxi (decidete voi) arrivate all’ingresso di Central Park all’altezza della 72th St. A meno che non sia inverno e sia pertanto funzionante la Wollman Rink, la più bella pista di pattinaggio sul ghiaccio del mondo (posta all’ingresso sud di fronte all’Hotel Plaza), è da qui che conviene iniziare la visita del parco.

    Vi troverete esattamente davanti al Dakota, uno dei più antichi e prestigiosi fabbricati della città, dove alla fine degli anni 70 risiedevano John Lennon e Joko Ono. E’ proprio davanti al suo ingresso che nel 1980 John Lennon fu ucciso a colpi di arma da fuoco e per ricordare quell’evento, appena all’interno del parco, è stato creato lo Strawberry Fields Memorial, un’area dedicata alla memoria del musicista. Fulcro del memoriale è un grande mosaico con la scritta Imagine al centro. Una curiosità, il mosaico è stato realizzato in Italia da artigiani campani.

    Strawberry Fields Memorial
    Conservatory Water

    Proseguendo verso l’interno del parco, costeggiando il laghetto artificiale, si raggiunge il Bow Bridge, uno scenografico ponticello pedonale apparso in centinaia di film e telefilm. Lì a pochi passi c’è la Bethesda Fountain, una grande fontana anch’essa molto apprezzata dai registi cinematografici.

    Sempre continuando a costeggiare il laghetto, si arriva al Loeb Boathouse, un punto dove è possibile noleggiare barche a remi per fare romantiche traversate.

    Ancora più avanti troverete il Conservatory Water, una pozza d’acqua solcata da decine di modellini telecomandati di barche a vela, che possono anche essere noleggiati sul posto.

    Il Bow Bridge con il Dakota Building sullo sfondo

    Se avete bambini, sarà molto apprezzata una visita ad una scultura che è lì a pochi passi. Si tratta di  Alice in Wonderland, un gruppo scultoreo in bronzo realizzato nel 1959, sempre affollato di fanciulli vocianti che vi giocano arrampicandosi e nascondendosi sotto i giganteschi funghi.

    Central Park è pieno di statue e sculture, ma la più amata, soprattutto dai bambini, è quella di Balto, il cane che nel 1925  condusse un’eroica muta di cani da slitta nella città di Nome in Alaska per portare medicinali essenziali a debellare una pericolosa epidemia.

    La scultura Alice in Wonderland

    Continuate a passeggiare per il parco fino a giungere, se ne avete voglia, alla vostra ultima meta: il Belvedere Castle. Edificato sulla cima di uno sperone roccioso, il Belvedere è la fantasiosa riproduzione di un castello europeo. Dall’alto si gode di una bella vista ed all’interno ci sono attività didattiche per i bambini.

    E’ ora arrivato il momento di abbandonare Central Park per dirigerci verso una delle maggiori istituzioni culturali del mondo: il Metropolitan Museum (per i newyorkesi The Met). E’ impossibile non vedere la sua imponente mole all’interno del parco, ma per entrarvi dovrete uscire sulla 5th Avenue.

    Interno del Met - Foto di Fritz Geller-Grimm
    Non sto qui ad elencarvi cosa potete trovare al suo interno, perché sono centinaia le sue incredibili collezioni di arte, archeologia, storia, fotografia e chi più ne ha più ne metta. Per visitarlo tutto non basterebbe una giornata e se volete intraprendere questa avventura, vi consiglio di preparare in anticipo le collezioni che più vi interessano. Purtroppo, da un paio di anni l’ingresso non è più a donazione (pay as you wish), ma bisogna pagare un biglietto fisso di 25$.
    Il Guggenheim Museum

    Visto che siamo in tema di cultura, vi consiglio di fare qualche altro passo e spingervi fino alla 88th Street, dove troverete una delle attrazioni più spettacolari di New York: il Solomon Guggenheim Museum.

    Anche se dell’arte non vi interessa proprio nulla, questo è un museo che non potete assolutamente mancare di vedere

    Tutto qui è spettacolare, non solo le sue collezioni e le sue mostre, ma anche (e direi soprattutto) la struttura nella quale sono contenute.

    Capolavoro del genio dell’architettura Frank Lloyd Wrigth, è così attuale che si fa fatica a credere che sia stato realizzato nel 1959…!

    Il costo del biglietto è anche qui di 25$ e se proprio non volete spenderli, entrate almeno nell’atrio per dare una veduta d’assieme all’interno della struttura. Ci sarebbe anche l’opportunità di spendere qualcosa in meno andandoci il sabato dalle 17,45 alle 19,45, quando l’ingresso è pay as you wish.

    CURIOSITA’ – L’ Upper East Side

    A partire, più o meno, dal Guggenheim Museum, scendendo fino alla 59th Street, si sviluppa l’ Upper East Side, il quartiere dei milionari. Qui hanno risieduto alcune tra le famiglie più influenti d’America,  eredi di fortune immense, oltre che capitani d’industria, artisti e attori. E anche se oggi i nuovi ricchi tendono a spostarsi verso quartieri più dinamici, l’ Upper East Side rimane una delle zone con la maggiore densità di milionari della città.

    Due curiosità:
    il film Colazione da Tiffany (tratto dal celebre romanzo di Truman Capote) è stato girato in questo quartiere. L’abitazione di Holly, l’affascinante protagonista, era al 169 E 71th St (anche se non si capisce come facesse la perennemente spiantata ragazza a permettersi una casa in zona…).

    Il palazzo al 57 E 66th St, invece, è stata l’ultima abitazione di Andy Warhol, che vi ha risieduto dal 1974 al 1987, anno della sua morte. Una targa è stata apposta in ricordo.

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    PERCORSO N. 2 – Da Wall Street a Brooklyn

    Dopo esservi rilassati a pranzo, prendete come al solito la metro o un taxi per arrivare a Lower Manhattan. La partenza di questo itinerario è Pearl St, dove c’è un intero isolato rimasto intatto dal XIX secolo. Degna di menzione la storica Fraunces Tavern, dove G. Washington aveva il suo quartiere generale durante la guerra di indipendenza (in realtà il palazzo è stato rimaneggiato più volte e riportato all’aspetto originario ai primi del 900). Di qui, se volete fare una breve crociera sull’East River (vedere riquadro qui sotto), avviatevi verso il Pier 11, altrimenti dirigetevi verso il Pier 17. C’è una bella passeggiata lungofiume che parte all’incirca all’altezza di Wall St.
    La chiesetta di St. Elizabeth Ann con l'annessa J. Watson House del 1793
    LA CHICCA – Crociera sull’East River
    Se non ve la sentite di fare la traversata del Brooklyn Bridge, c’è un’alternativa meno faticosa e ugualmente spettacolare: passarci sotto con una traversata sull’ East River Ferry. Il traghetto si prende all’imbarco del Pier 11 e fa fermate a DUMBO, South Williamsburg e Williamsburg (in realtà prosegue anche oltre, ma a noi le fermate successive non interessano). Se avete poco tempo potete fermarvi a DUMBO, ma un giretto a Williamsburg vale davvero la pena (al riguardo leggete il post Una sorpresa a Williamsburg).
    Skyline dall'East River
    Il Pier 17 è una struttura che ospita un centro commerciale, ristoranti, bar e negozi, ed è adiacente al South Street Seaport Museum, un museo navale incentrato sul commercio marittimo. Vi sono anche alcune antiche navi ormeggiate. Purtroppo il Pier 17, dopo l’uragano Sandy che l’aveva danneggiato, è stato oggetto di una ristrutturazione che ne ha completamente distrutto il fascino che il vecchio molo aveva qualche anno fa. Di qui si ha una bella veduta del Ponte di Brooklyn ed è lì che sarà la vostra prossima tappa.
    Il nuovo Pier 17 con il South Street Seaport Museum

    Ora, se ve la sentite di attraversare il ponte, avete due possibilità: da Manhattan verso Brooklyn o viceversa.
    Nel primo caso, arrivare all’ingresso pedonale del ponte non è proprio facilissimo. Prendete come punto di riferimento la nuovissima Beekman Tower di Frank Gehry e proseguite fino a Park Row, un largo viale alberato, dove dovrete girare a destra fino ad arrivare ad un parchetto chiamato Living Memorial Grove. Al suo interno c’è l’ingresso per la passerella pedonale del ponte. 

    Se però volete un consiglio, andate a Brooklyn ed attraversate il ponte al vostro ritorno, possibilmente al tramonto, avrete una vista mozzafiato dello skyline di Manhattan con il sole alle sue spalle.

    Se avete seguito il mio suggerimento, prendete la metropolitana e scendete alla stazione di York Street, siete arrivati a DUMBO. Il nome del quartiere è uno dei soliti acronimi tanto cari ai newyorkesi (Down Under the Manhattan Bridge Overpass), ed è una antica zona industriale affollata di magazzini e brownstones, le classiche case in mattoncini marroni destinate alla working class ed oggi vendute a prezzi stratosferici.

    Oggi DUMBO è uno dei quartieri più scenografici di New York, con le sue strade acciottolate, edifici ristrutturati, boutiques e locali alla moda.
    Aggirandovi per le sue stradine potrete inoltre godere di scorci incredibilmente spettacolari.

    La celebre veduta del Manhattan Bridge da DUMBO - Foto by Caroline Culler (User:Wgreaves)

    All’ incrocio tra Washington St e Water St, si può ammirare una delle vedute più iconiche di New York, mentre nell’ Empire Ferry Park c’è la Jane’s Carousel, una giostra in legno risalente al 1922 e riparata da una orribile copertura in metallo e vetro.

    La domenica, sotto le arcate del Manhattan Bridge, si tiene il Flea Market, un colorato mercatino delle pulci. 

    La Jane's Carousel

    Passate sotto al ponte e, dopo aver fatto un salto al Brooklyn Bridge Park per contemplare lo splendido panorama di Manhattan, proseguite per Brooklyn Heights, il più bel quartiere di Brooklyn.

    Tranquillo (e carissimo) quartiere residenziale, è rilassante andare a zonzo per le sue incantevoli stradine alberate, infilarsi in uno dei suoi eleganti caffè e soprattutto non perdersi una passeggiata sulla sua strepitosa promenade pedonale. Montague St, Clark St, Columbia Heights, Willow St (al n. 70 abitava lo scrittore Truman Capote) sono alcune tra le strade più scenografiche.
    La Brooklyn Heigts Promenade

    Se sta per giungere il tramonto, affrettatevi all’incrocio tra Tillary St e Brooklyn Bridge Blv, dove inizia il percorso pedonale per attraversare il ponte di Brooklyn.

    Completato nel 1883, è il più antico ponte della città (a dire il vero ci sarebbe l’ High Bridge che collega Manhattan al Bronx, che è del 1848, ma in realtà si tratta di un acquedotto con un passaggio pedonale) e lungo la sua passerella in legno vedrete man mano scoprirsi il fantastico skyline della città. Certo, le condizioni climatiche devono essere ottimali, perché altrimenti rischierete un principio di congelamento esposti come siete ai venti ed alle intemperie. La traversata, se la affrontate con calma, durerà più di mezz’ora, ma sono così tanti gli scorci da scoprire lungo il percorso, che il tempo passerà senza che ve ne accorgiate.
    Il ponte di Brooklyn con lo sfondo di Manhattan
    CURIOSITA’ – La leggenda dei Brooklyn Dodgers
    I Brooklyn Dodgers sono stati una delle più antiche squadre di baseball americane. Nel 1947 divennero celebri per aver ingaggiato Jackie Robinson, il primo giocatore di colore della storia dello sport professionistico americano. Grazie al suo contributo, furono protagonisti di cinque infuocate finali contro i rivali di sempre, i New York Yankees, uscendone tutte le volte sconfitti. Finalmente, nel 1955, riuscirono nell’impresa di battere gli odiati rivali in un’appassionante finale, ma i suoi tifosi ebbero poco tempo per gioire, in quanto l’anno successivo, il proprietario della squadra, decise di trasferirla a Los Angeles, lasciando nello sconforto l’intera Brooklyn. Quando lo stadio (Ebbets Field) fu demolito per lasciare spazio a nuovi palazzi, tutto il quartiere accorse in massa per accaparrarsene un pezzo come ricordo. Ancora oggi la perdita dell’amata squadra viene ricordata dai cittadini di Brooklyn come uno degli eventi più luttuosi della storia del quartiere.
    La targa apposta in memoria della mitica squadra dei Brooklyn Dodgers

    Subito dopo cena, prima di tornare in albergo, anche se ci siete già stati di giorno, fate un salto a Times Square. Guardarla di notte è un vero spettacolo di luci e di folla che comunque non deve mancare in una visita (soprattutto se la prima) a New York.

    Times Square in versione notturna

    3° GIORNO

    Visti i ritmi piuttosto intensi dei percorsi che ho proposto per i due giorni precedenti, probabilmente avrete ancora qualche zona che non siete riusciti a visitare. Questo è quindi il momento per recuperare e mettervi in pari.
    Se invece siete stati veloci e resistenti al punto di aver completato tutte le visite, oppure semplicemente alcune di esse non vi interessavano proprio, vi propongo dei percorsi insoliti ed alternativi da effettuare in questa ultima giornata.

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    PERCORSI ALTERNATIVI

    Difficilmente chi visita New York per la prima volta ha il tempo o la voglia di addentrarsi in zone così periferiche, ma qualora vogliate avere una visione della città insolita ed un pò meno turistica, vi posso suggerire questi itinerari alternativi.

    HOBOKEN

    Fino a pochi anni fa la cittadina di Hoboken era conosciuta solo per aver dato i natali a Frank Sinatra e al gioco del baseball (qui nel 1846 si giocò il primo incontro ufficiale di questo sport), ma da qualche anno è assurta agli onori della cronaca per via di una trasmissione televisiva di grande successo “Cake Boss” (Il boss delle torte, in italiano). Carlo’s Bake Shop, la pasticceria dell’italo-americano Buddy Valastro, protagonista della serie, è divenuta quindi oggetto di interesse turistico.
    Davanti al Carlo's Bake Shop
    Una via di Hoboken

    Hoboken è una quieta e graziosa cittadina nella quale molti newyorkesi hanno deciso di trasferirsi perché consente loro di trascorrere una vita più a misura d’uomo ad appena pochi minuti di metropolitana da Manhattan.
    Basta infatti andare alla stazione del WTC (il famoso Oculus) e prendere il PATH, la metropolitana che unisce Manhattan al New Jersey, ed in una quindicina di minuti siete nel centro di Hoboken.

    Neve ad Hoboken
    Certo, non a tutti frega qualcosa del nostro Boss delle Torte, quindi perché bisognerebbe arrivare fin qui? Semplice, perché da Hoboken si gode di una delle più spettacolari vedute dello skyline di Manhattan e, cosa ancor più unica, del suo meno conosciuto “profilo” occidentale.
    Skyline di Manhattan da Hoboken di giorno
    Skyline di Manhattan da Hoboken di notte

    HARLEM E BRONX

    Fino a qualche anno fa visitare Harlem era un must per chi andava a New York. Si poteva correre il brivido di attraversare un quartiere a dir poco inquieto per assistere alle famose messe gospel nelle varie chiese battiste.
    Oggi Harlem è molto cambiata. A partire dagli anni 90 è iniziata un’opera di riqualificazione urbana che l’ha portata ad un grande miglioramento della qualità della vita. Purtroppo c’è anche il rovescio della medaglia, perché come sempre succede in questi casi, la riqualificazione ha portato con sé l’aumento vertiginoso degli affitti e molte delle storiche comunità afroamericane sono costrette a spostarsi verso altri quartieri.

    St Martin Church Harlem - by Jim.henderson
    Apollo Theater - by Witchblue

    Se volete assistere alle messe gospel, queste sono eseguite la domenica mattina nelle chiese del quartiere. Le maggiori sono tutte piuttosto vicine tra di loro nella zona nord di Harlem, mentre un paio sono nei pressi del lato settentrionale di Central Park.

    L’ingresso è libero a tutti, ma prima di andare è bene sapere che le funzioni sono lunghissime (anche 3 ore, ed i locali non amano molto che si esca prima della fine…) e quelle più reclamizzate dalle guide turistiche sono incredibilmente affollate. Si rischia pertanto di non riuscire ad entrare, oppure doversi accontentare di posti con scarsa visibilità. Molto meglio a mio avviso cercare una chiesa meno nota e pertanto meno frequentata. Io sono stato alla Salem United Methodist Church, praticamente priva di turisti, ma con una funzione molto coinvolgente.

    Ricordatevi che per entrare bisogna osservare alcune regole di abbigliamento, quindi niente bermuda e sandali per gli uomini o gambe e spalle scoperte per le donne. 

    Arthur Avenue, la Little Italy del Bronx - Foto di Leonard J. DeFrancisci, CC BY-SA 3.0,

    Se fino a qualche anno fa il nome Harlem incuteva qualche soggezione, anche solo pronunciare la parola Bronx poneva in uno stato di terrore assoluto.
    Sembrava che ogni tipo di delitto o azione criminale si svolgesse quotidianamente in questo quartiere. Gang di strada imperversavano compiendo ogni tipo di nefandezze e la sua popolazione era tra le più povere della città. Bene, in linea di massima era tutto vero…
    Negli anni 70 le proprietà immobiliari si erano così svalutate che i proprietari cominciarono ad assoldare le varie gang per dare fuoco ai palazzi ed intascare i soldi dell’assicurazione. Fu in questo periodo che venne coniata la famosa espressione “Bronx is burning (Il Bronx brucia)”.

    Yankee Stadium - by Vmondry
    L’unico motivo per cui i newyorkesi venivano da queste parti era per recarsi allo Yankees Stadium (che è qui fin dal 1923) per assistere alle partite dei New York Yankees. Non a caso il soprannome della squadra è “Bronx bombers” e la sua tifoseria è considerata tra le più calde del paese. A partire dagli anni 90 le cose sono un pò cambiate. Grandi parti del quartiere sono state bonificate, ma alcune zone non sono proprio raccomandabili neanche oggi. Può essere interessante fare una visita alla Little Italy nella zona di Belmont (Arthur Avenue). Il quartiere è tranquillo, ma è sempre meglio non andare a zonzo nelle aree circostanti senza conoscere la propria meta.

    WILLIAMSBURG

    Questo quartiere (di cui ho già parlato nel post Una sorpresa a Williamsburg), si può raggiungere sia via mare che con la metropolitana.
    Nel primo caso bisogna prendere l’ East River Ferry al Pier 11 di Manhattan e scendere al molo di North Williamsburg, mentre con la metro bisogna arrivare alla Bedford Avenue Station.

    Bedford Avenue è il cuore del quartiere ed aggirandosi tra negozi indipendenti, locali alternativi e club di musica indie, si percepisce il grande fermento che lo anima.
    Ex quartiere proletario, ha subito un pesante fenomeno di gentrificazione, divenendo negli anni duemila una specie di quartier generale del movimento hipster. Oggi i suoi affitti stanno lievitando a dismisura, tanto che prima o poi i giovani cominceranno a spostarsi verso altre zone.

    Murales
    a Williamsburg

    Ma Williamsburg non è noto solo per la sua anima bohemienne, è infatti sede di una nutrita comunità di ebrei chassidici ultraortodossi, che si possono vedere in gran quantità con il loro caratteristico abbigliamento, aggirarsi per le strade di South Williamsburg.

    CURIOSITA’ – La festa dei Gigli
    La zona di Williamsburg che insiste attorno alla Shrine Church of our Lady of Mount Carmel, è sede di una nutrita colonia di italo-americani, quasi tutti originari di Nola in provincia di Napoli. Ogni anno, ai primi di luglio, si tiene l’incredibile Festa dei Gigli, durante la quale, in un tripudio di bancarelle piene di ogni bendidio,  una gigantesca torre di più di 20 metri viene portata in processione da centinaia di uomini.
    Birrifici a Williamsburg

    CONEY ISLAND

    In quanti film avrete visto il luna park di Coney Island… Il solo Woody Allen lo mostra in quasi tutte le sue pellicole.
    Bene, questo posto in riva al mare che sembra lontano anni luce dalla frenetica New York, si trova ad appena una mezz’oretta di metro dalla città. E’ infatti l’estrema propaggine sud del quartiere di Brooklyn.
    Fu nel 1903 che iniziarono le fortune di Coney Island, quando fu costruito sulla bella spiaggia di Brighton Beach un grande parco di divertimenti chiamato Luna Park.
    Sorsero quindi alberghi, casinò e la località divenne una meta imprescindibile per i newyorkesi. Con la grande depressione, iniziò il declino e tutte le attrazioni turistiche chiusero una dopo l’altra.

    Il Luna Park ai Primi del 900

    Verso la metà degli anni 70 la località divenne meta di un grande flusso migratorio dall’Unione Sovietica, in particolar modo dall’Ucraina. A tal punto che la zona prese il nome di Little Odessa.
    A partire dagli anni 90, la zona è stata oggetto di un grande recupero ed oggi è meta di turisti che apprezzano la splendida spiaggia e quella particolare atmosfera da est Europa che vi si respira.

    Brighton Beach oggi - Foto Brokelyn via flickr user EITico68
    CURIOSITA’ – Il Luna Park di Coney Island
    Chi non conosce il Luna Park di Coney Island, ripreso in decine di pellicole cinematografiche? Pochi però sanno che il nome di tutti i luna park del mondo deriva proprio da qui. Quando nel 1903 il parco venne aperto, si decise di chiamarlo come la sorella del fondatore, Luna Dundy ed era così spettacolare che il suo nome divenne sinonimo di parco di divertimenti. Più volte distrutto da incendi ed in stato di abbandono per decenni, nel 2010 riprese vita grazie ad un’imponente programma di recupero da parte di una ditta italiana. Nel 2013 l’uragano Sandy mise nuovamente in ginocchio la struttura, che rinacque ancora una volta dopo un anno di lavori.

    Una volta da queste parti non potete mancare una visita a Nathan’s Famous, il locale dove si dice sia stato inventato l’hot dog. Ogni anno organizza una di quelle demenziali e seguitissime gare che tanto piacciono agli americani, dove una serie di pazzi ingurgita panini a ripetizione. Il record mondiale, realizzato in una di queste gare si aggira intorno agli 80 hot dog mangiati in 10 minuti…!

    Nathan's - Foto by Ajay Suresh from New York, NY, USA

    LO SHOPPING

    Se dopo due intensi giorni non avete più voglia di visite o itinerari alternativi, questa ultima giornata potreste dedicarla ad una delle attrazioni principali di New York: lo shopping. E’ inutile dire che in questo settore potrete di certo trovare qualcosa che vi possa interessare, tanta e tale è la quantità di negozi presenti in tutti i quartieri della città
    Tra le righe degli itinerari che vi ho proposto, ho già segnalato quali siano le attitudini commerciali dei vari quartieri, ma vediamo di ricapitolare.

    Se siete amanti del lusso probabilmente non starete leggendo questo articolo, ma non si sa mai, quindi potrà interessarvi sapere che i negozi fashion e l’alta moda si trovano principalmente nel tratto della Quinta Avenue che va dalla 48° alla 59° Strada (e vie laterali). La sfilata di grandi firme in questo tratto di strada è impressionante.
    Qui attorno ci sono anche alcuni dei più importanti grandi magazzini di New York (e del mondo…). Bloomingdale’s, Macy’s, Sacks, Bergdorf Goodman.

    Altra zona che propone una grande scelta di marchi di tendenza è il quartiere di Soho, dove fantastici negozi fanno bella mostra di sé dentro antichi palazzi di grande fascino.

    C’è infine un’ultima zona che si è sviluppata da pochi anni, ed è quella del Meatpacking District, all’inizio dell’High Line. Qui il contesto è decisamente post industriale, ma i marchi hanno poco di proletario…

    Qualora le vostre preferenze vadano a negozi e boutiques indipendenti, le zone da battere sono i quartieri di Greenwich Village (soprattutto attorno a Bleecker Street) e di Nolita. Qui la scelta di firme alternative è praticamente inesauribile.

    Se invece volete assecondare la vostra anima rock e vintage, dovete indirizzarvi verso l’East Village, oppure Williamsburg a Brooklyn, il regno degli hipster.

    Infine, c’è un indirizzo poco conosciuto, ma di grande fascino, dove potrete trovare negozi indipendenti e negozietti di arredamento ed oggettistica in un contesto molto suggestivo. Si tratta di Park Slope, una zona di Brooklyn nota principalmente per le schiere di case brownstones

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    DOVE ALLOGGIARE

    Partiamo da una constatazione purtroppo incontestabile. Gli hotel di New York sono costosi.
    In genere, Hotel 3 stelle di non eccelso livello hanno costi più vicini ai nostri 4 stelle. Esiste però un’alternativa, ed è uscire da Manhattan.
    Le distanze tra un quartiere ed un altro della città sono notevoli e anche alloggiando a Times Square, per spostarsi in un’altra zona bisogna comunque prendere un mezzo. Perché quindi non scegliere un albergo a Brooklyn, ad esempio, o meglio ancora nel Queens o nel New Jersey? Il costo sarà sicuramente inferiore e si avranno appena 15/20 minuti in più da percorrere per spostarsi a Manhattan. Inoltre, ed è un aspetto da non trascurare, potrete godere dell’incomparabile spettacolo dello skyline di Manhattan la mattina alla vostra uscita e la sera al vostro rientro.

    Nei miei viaggi a New York ho provato un pò di tutto, eccovi quindi alcuni suggerimenti:

    APPARTAMENTI

    Usare Airbnb a New York non è così conveniente come in altre parti del mondo. I prezzi non sono molto distanti da quelli degli alberghi e la gran parte degli annunci è illegale. Non tutti sanno, infatti, che a NY non si può affittare un intero appartamento per meno di 30 giorni, ma solo una camera dello stesso.

    Se si è in più persone, magari con bambini, potrebbe essere un buon sistema optare per un Aparthotel con angolo cottura.

    Veduta dal New Jersey

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    HOTEL

    Se preferite soggiornare in hotel, come dicevo poc’anzi, ci sono ottime possibilità di alloggio al di fuori di Manhattan. Le zone migliori sono Brooklyn Long Island City nel Queens, una zona che ultimamente sta molto crescendo come ricettività alberghiera.

    Poiché non mi piace suggerire cose che non ho provato in prima persona, ecco un elenco di alberghi dove ho alloggiato nelle mie varie visite.

    • A LONG ISLAND CITY sono stato al LIC Hotel ed al NESVA Hotel, due 3 stelle essenziali ed economici, ma nuovi, pulitissimi e molto vicini alle stazioni metro. Inoltre hanno la colazione inclusa. Il quartiere non è un granché, anche perché sta sviluppando da poco la sua vocazione alberghiera, ma è tranquillo e sicuro.
      In zona gli hotel stanno spuntando come funghi, quindi avete un’ampia possibilità di scelta.
    La terrazza del LIC Hotel
    La stanza "palestra" dell' Even Hotel
    • A BROOKLYN ho alloggiato all’ EVEN Hotel, un modernissimo albergo di nuova concezione che fa del benessere la sua parola d’ordine. Le camere hanno tutte uno spazio palestra e c’è un’attrezzata palestra comune. C’è una bella terrazza panoramica e nei pressi ci sono ben due stazioni della metro.
    Giardino interno del Pod 51
    La hall del Pod 51

    Se proprio non volete rinunciare all’ebrezza di svegliarvi ogni mattina nel cuore di MANHATTAN, posso suggerivi un paio di hotel nei quali ho alloggiato che non vi faranno spendere un patrimonio.
    Il POD 51, un hotel di nuova concezione con camere minuscole ma super attrezzate che si trova a due passi dal Rockefeller Center e dalla sede delle Nazioni Unite.

    E l’ HILTON FASHION DISTRICT tra la 6° Avenue e la 26° Street è un ottimo albergo, centrale e ben collegato. Inoltre ha uno spettacolare bar sul rooftop per serate trendy con vista magnifica.

    Dal rooftop dell' Hilton Fashion District

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

    DOVE MANGIARE

    Chiedersi dove mangiare a New York è come chiedersi dove trovare cibo in una cucina. La risposta è: dovunque. E’ tale e tanta l’offerta di cibo in città da non avere che l’imbarazzo della scelta. Ed il problema è proprio questo, dove indirizzarsi senza incorrere in fregature o rischiare di svuotare il portafoglio? Come avrete finora intuito, New York è una città molto cara, e ciò si riflette anche nel campo della ristorazione. A meno ché non andiate a mangiare un hamburger (e qualche volta anche lì…) è difficile alzarsi dal tavolo senza aver poggiato almeno 50 dollari a persona. Infatti, anche se, leggendo il menù fuori dal locale, vi siete fatti un’idea di massima di quanto andrete a spendere, al momento del conto arriveranno impietose le due mazzate inaspettate: le tasse e la mancia.
    Queste due voci, da sole, faranno lievitare il conto finale di almeno il 25% !
    FONDAMENTALE – Le TASSE e la MANCIA
    In tutti gli Stati Uniti c’è la consuetudine di non indicare sui cartellini dei prezzi e, soprattutto, nei menù dei ristoranti, la cosiddetta VAT (più o meno l’equivalente della nostra IVA). Ad oggi corrisponde all’ 8,875%. Ci sono alcune eccezioni (ad esempio i capi di abbigliamento che non superano i 110 dollari), ma in genere bisogna prestare attenzione a questo aggravio del prezzo che tendiamo a dimenticare. Le mance negli USA sono una vera e propria tassa aggiuntiva che noi italiani difficilmente riusciamo a mandar giù. Capiamoci bene, non si tratta di un obbligo di legge, ma di una questione morale. I camerieri, spesso molto giovani, hanno stipendi bassissimi e la gran parte dei loro guadagni deriva dalle mance. Per questo sono sempre gentilissimi ed efficienti. Non gratificarli con un’adeguata mancia (tra il 10 ed il 20% del totale) è davvero di cattivo gusto e, se lo farete, per il vostro bene vi consiglio di non tornare più in quel posto…
    Un locale nell' East Village

    In tutti i miei viaggi, non solo a New York, sono solito mangiare qualcosa di veloce a pranzo per concedermi un comodo ristorante per la cena. E’ un’abitudine che ho acquisito per non perdere tempo durante le mie esplorazioni delle città, ma è anche un ottimo modo per risparmiare.

    PRANZO

    Come dicevo, a pranzo mi fermo a fare uno spuntino con qualche cibo da strada caratteristico del posto o in qualche pub o bar che offra qualcosa di stuzzicante. A New York ovviamente di questi posti ce ne sono un’infinità, ma se volete mangiare qualcosa di tipicamente newyorkese, le alternative sono due: un hamburger o un bagel. Potrei anche aggiungere un panino con pastrami, ma non a tutti piace il sapore di questa carne speziata ed affumicata, tipica della tradizione ebraica.

    Per quanto riguarda gli HAMBURGER, non sono un grande appassionato, ma tra quelli che ho provato in città, questi sono i locali dove ho mangiato i migliori nel rapporto qualità/prezzo:

    • Shake Shack – Ce ne sono diversi in città, hamburger di qualità superiore ad altre note catene. File in genere piuttosto lunghe, ma scorrevoli.
    • J.G. Melon (metro West 4 St – Washington Sq) – Locale storico del Greenwich Village. Ottima qualità, prezzi un pò più elevati.
    • Corner Bistro (metro 8 Ave – 14 St) – Locale bohemien nel West Village. Ottimi hamburger a buon prezzo.
    • DuMont Burger (metro Bedford Avenue) – Piccolo e simpatico locale a Williamsburg con ottime birre locali alla spina.
    • Burger & Lobster (metro 23 St) – L’ho inserito qui perché fa ottimi hamburger, anche se è un locale più da dinner che da lunch. Chiassoso e molto americano, ofre anche succulenti lobster rolls.
    Shake Shack al Madison Park
    Bagel di Ross & Daughter

    I BAGELS sono panini morbidi a forma di ciambella che vengono riempiti con ogni genere di farcitura, ma quelli tradizionali sono con salmone e formaggio fresco. A me piacciono molto e li provo un pò dovunque. Ci sono molti carrettini per strada che li vendono, ma vi consiglio di andare in locali specializzati:

    • Russ & Daughters (metro Delancey St & Essex) – Il non plus ultra. Negozietto nel Lower East Side che propone Bagel al salmone fantascientifici. Da provare assolutamente.
    • Murray’s Bagels (metro 14 Street) – Locale nel Greenwich Village. Ampia scelta di bagels.
    • Black Seed (metro Bowery) – Siamo a Nolita, ma ce n’è anche uno anche nell’East Village (metro 1 Avenue). Bagels cotti a vista gustosissimi.
    Le insalate di Mulberry & Vine
    Uno dei vari Whole Foods Market di NY
    BIOLOGICO
    Ovviamente, oltre a queste due specialità, a New York ci sono scelte di cibo di ogni genere e ad ogni angolo. Se ad esempio avete problemi con la carne (che qui è una specie di religione) troverete decine di locali biologici, vegetariani o vegani.  Fare una sosta in un locale salutista potrebbe essere comunque una buona idea per non appesantirvi troppo prima di tornare a girare vorticosamente per la città. Ecco un piccolo elenco di locali che ho avuto modo di visitare:
      • Mulberry & Vine (metro Chambers St) – Ce ne sono diversi in giro per la città. Io sono stato in quello di Tribeca. Cibo fresco bio e vegetariano per un boccone veloce.
      • Urban Vegan Kitchen (metro Houston St) – Locale nel Greenwich Village. Ottimo cibo, anche se un pò caro.
      • Sweetgreen (metro West 4 St – Washington Sq) – Insalate incredibilmente varie. Ci sono più locali in città..
      • Souen East Village (metro 1 Avenue) – Porzioni grandi e prezzi ragionevoli per questo ristorante giapponese salutista. Vegano, ma anche pesce.
      • Pret a Manger – Non è un ristorante, ma una catena che vende spuntini biologici con punti vendita in tutta la città. Presente in quasi tutto il mondo, è l’unico posto dove trovo gradevole mangiare un tramezzino…
    E poi, cè il Whole Foods Market
    IL RISOLVIPROBLEMI – Whole Food Market
    Un capitolo a parte merita senza alcun dubbio quel paradiso del cibo biologico e sempre disponibile senza prenotazione e senza code che è Whole Food Market.  Quando la situazione pasto si mette male, il Whole Food Market vi viene sempre in aiuto.  Si tratta di una catena di market biologici sparsi per tutta la città, che hanno una particolare attenzione al cibo. Al loro interno infatti c’è un fornitissimo reparto gastronomia/rosticceria self service, dove si può mangiare seduti ai tavolini o farsi confezionare quanto acquistato per consumarlo in un picnic al parco…
    MERCATI GASTRONOMICI
    Due parole infine vorrei spenderle per i mercati gastronomici. A parte Smorgasburg, sono per lo più al coperto, dentro strutture industriali recuperate e si presentano come un insieme di stand e piccoli ristoranti:
    • Smorgasburg Market – Il più famoso mercato gastronomico di NY, con decine di stand che presentano cibo di ogni tipo e nazionalità. Si tiene ogni week-end a Brooklyn, il sabato a Williamsburg e la domenica a Prospect Park.
    • Chelsea Market (metro 8 Ave – 14 St) – Nel Meatpacking District, si affaccia sull’High Line. Molto turistico e, diciamolo, un pò fighetto. Un salto però bisogna farcelo, non fosse altro che per ammirare lo splendido recupero del magazzino che lo ospita.
    • Gansevoort Market (metro 8 Ave – 14 St) – A due passi dal Chelsea Market, anticamente vi si smerciava carne prodotta dai mattatoi del Meatpacking District. Ora è un elegante e gradevole insieme di stand con cibo da strada.
    • Eataly (metro 23 St) – Proprio di fronte al Flatiron Building, non è un vero e proprio mercato, ma una gigantesca esposizione della gastronomia italiana in tutte le sue declinazioni. Al suo interno però troverete una decina di ristorantini dove, se avete nostalgia del cibo di casa, potrete sbizzarrirvi nella scelta.
    IL BRUNCH

    Nato ufficialmente nell’Inghilterra ottocentesca come rinfresco post battuta di caccia, il brunch (unione delle parole breackfast e lunch) venne istituzionalizzato negli hotel di lusso degli Stati Uniti come buffet domenicale. E’ solo negli anni 80 però che il brunch prese piede tra tutte le classi sociali, divenendo una vera istituzione proprio a New York. 

    Sono infiniti i locali che la domenica, tra le 11,00 e le 15,00 offrono un menù brunch. Quelli più originali e costosi sono nel Meatpacking District. I più newyorkesi tra Noho, Soho ed il Greenwich Village. I più “alternativi” nell’East Village e a Brooklyn.

    Brunch domenicale a Noho

    CENA

    Come ho già detto, a cena mi piace sedere comodamente in un ristorante per rilassarmi dopo un’intensa giornata di visite.
    Pretendere di suggerire i migliori ristoranti di New York lo trovo un pò presuntuoso, vista l’incredibile varietà di scelta, ma come mio solito, vi posso riferire dove io ho mangiato bene.

    Market Table nel Greenwich Village
    STEAKHOUSE
    Non si può lasciare New York senza aver assaporato quella che è la sua più celebre icona gastronomica: Sua Maestà la Bistecca. Qui la bistecca non ha niente a che fare con l’idea che ne abbiamo noi. E’ una vera e propria religione. Le carni sono accuratamente selezionate, frollate al punto giusto e cotte con metodi antichissimi. Quindi, a meno ché non siate vegetariani, un salto in una steakhouse è doveroso, ma attenzione, perché se è vero che la qualità è altissima, lo sono di conseguenza anche i prezzi. Una buona cena a base di bistecca può avvicinarsi ai 100 dollari e se la consumate in posti rinomati, anche di più…  Sono molti i locali che si fregiano del titolo di steakhouse più antica di New York (Keens, Peter Luger, Old Homestead…), ma oltre a questi, vi sono anche altri ristoranti dove potrete mangiare una bistecca che ricorderete per tutta la vita. Qui di seguito alcuni nomi di ristoranti più o meno famosi, alcuni da me provati:
    • Keens (metro 34 St – Herald Sq) – Un pezzo di storia di NY. Locale elegante e curato. Prezzi adeguati.
    • Old Homestead (metro 8 Ave – 14 St) – Locale storico, ma forse ha preso una deriva un pò troppo turistica. Ottima carne, prezzi alti.
    • Smith & Wollensky metro 51 St) – Bel locale, ma che ha perso un pò di smalto. Qualità indiscutibile, ma servizio “turistico” e prezzi alti.
    • Gallaghers (metro 7 Avenue) – Atmosfera e servizio impeccabili. Carne da urlo. Prezzi importanti.
    • St. Anselm (metro Metropolitan Av) – Bel locale a Williamsburg. Ottimi carne e pesce a prezzi onesti.
    Interno del St. Anselm - By www.stanselm.net
    La famosa sala di invecchiatura del Gallaghers
    CUCINE VARIE
    Parlare dei ristoranti di New York, come ho già detto, sarebbe come scoperchiare il vaso di Pandora. C’è inoltre un altro importante aspetto da considerare, e cioè che New York è una città che divora i ristoranti. Potrete andare a mangiare in un locale e dopo un paio di giorni non trovarlo più. E’ una legge di mercato spietata, gli affitti sono incredibilmente alti e bisogna mantenere un ritmo frenetico, altrimenti si viene spazzati via. Ecco perché è facile che alcuni dei locali di cui vi ho parlato e di cui vi parlerò, domani (o forse anche oggi) non ci saranno più. A puro titolo indicativo, quindi, elenco alcuni ristoranti che ho provato ultimamente in giro per la città:
    • Freemans (metro Bowery) – Locale nascosto in un vicolo cieco e, al momento, molto cool. Perfetto per una cenetta romantica.
    • Llama Inn (metro Bedford Avenue) – Ristorante peruviano di design a Williamsburg. Cucina insolita, ma da provare.
    • Market Table (metro Houston St) – Simpatico e tranquillo localino nel Greenwich Village. Per una serata rilassante.
    • Baker & co. (metro Christopher Sq) – Cibo italiano con influenze americane. La posizione, in piena Bleecker St, è un valore aggiunto (o un imperdonabile difetto, a seconda dei punti di vista).
    • Birreria (metro 23 St) – Ristorante sulla terrazza di Eataly. Splendida vista, cibo italiano senza grandi slanci di fantasia. Ottime birre. Prezzi altini.
    Il Birreria rooftop di Eataly
    Il Llama Inn di Williamsburg
    LA CHICCA – Red Hook

    Se negli anni 90 aveste espresso il desiderio di andare a Red Hook, vi avrebbero preso per tossicomane o… matto. Questo, ai più sconosciuto, quartiere di Brooklyn, era infatti considerato la capitale del crack, una delle zone più pericolose del paese.
    E dire che fino agli anni 50 ospitava uno dei porti più trafficati del mondo (qui fu girato il film Fronte del Porto con Marlon Brando), ma caduto in disuso il porto, la zona è sprofondata lentamente nel degrado.

    Da qualche anno sta vivendo una rinascita dovuta principalmente alla costante ricerca di spazi a prezzi vantaggiosi da parte di artisti e creativi in genere. Così i magazzini portuali si stanno popolando di atelier e studi professionali seguiti, come sempre avviene, da bar e ristorantini. Il tutto, unito alla splendida vista su Manhattan e la statua della Libertà, sta iniziando a dare a questa zona una connotazione interessante.

    Il mio interesse per Red Hook è scaturito principalmente per l’aspetto gastronomico che la zona sta assumendo. Ci sono infatti alcuni indirizzi che vale la pena di sperimentare:

      • Brooklyn Crab – Il paradiso dei granchi. Locale molto kitsch e prezzi altini.
      • Red Hook Lobster Pound – Piccolo locale. Aragoste ottime. Prezzi medio-alti.
      • Hometown bar-b-que – Se al pesce preferite la carne, panche in legno ed enorme griglia per un tipico barbecue americano.
      • Fairway Market – Splendido magazzino ristrutturato che ospita un fornitissimo market alimentare che propone anche economici piatti cucinati. Da non perdere.
      • Steve’s Authentic Key Lime Pies – Un piccolo paradiso in mezzo al nulla. Negozietto dove producono solo le celebri tortine al lime della Florida. Deliziose da mangiare di fronte allo spettacolo del porto.

    Raggiungere Red Hook via terra è una vera impresa, ma c’è un mezzo insolito che si può prendere per arrivarci via mare. E’ il traghetto privato di Ikea che con 5 $ a tratta (gratuito nel week-end), dal Pier 11 vi porta davanti al magazzino a due passi da Red Hook.

    IL RICORDO – Anthony Bourdain
    Voglio chiudere questo capitolo con il ricordo di un personaggio che ho tanto amato e la cui tragica e prematura scomparsa mi ha riempito di tristezza: lo chef giramondo Anthony Bourdain. Per tanti anni ho seguito affascinato le sue avventure filosofico/gastronomiche negli angoli più reconditi del mondo. Lo voglio omaggiare ricordando la cena fatta qualche anno fa al Les Halles, il ristorante, purtroppo anch’esso scomparso, che lo aveva visto per tanti anni executive chef, prima della sua ascesa nel mondo della televisione. Lui non era più dentro le cucine, ma quel luogo era apparso così tante volte negli episodi delle sue trasmissioni, che la sua presenza era tangibile e, tra parentesi, la bistecca che ci ho mangiato era eccellente… 
    Anthony Bourdain davanti al Les Halles
    Miriam davanti al Les Halles

    COME SPOSTARSI

    Come accennato in precedenza, orientarsi a New York è molto semplice. L’urbanistica della città è a scacchiera e le strade sono tutte (ad eccezione di pochi quartieri a sud di Houston St) perpendicolari fra loro.
    Basta tener presenti un paio di concetti:

    • Le lunghe direttrici nord-sud si chiamano avenue e sono contraddistinte da numeri crescenti, da est verso ovest. Fanno eccezione Lexington Av e Madison Av che si trovano prima e dopo la Quarta Avenue (meglio conosciuta come Park Avenue).
    • Le direttrici Est-Ovest si chiamano street ed hanno numeri crescenti a partire dalla Quinta Avenue. Quindi, se un indirizzo recita, ad esempio, 131 W 55th St, vuol dire che si trova al numero 131 della 55° Strada, ad ovest della 5° Avenue.

    Vi è poi una strada che va, come dire, per conto proprio. Si tratta della Broadway. Noi siamo abituati ad identificare questa strada con il breve tratto affollato di teatri che si trova nella parte centrale di Manhattan, ma in realtà la Broadway è un’arteria lunga ben 50 km., che inizia nel villaggio di Sleepy Hollow a nord di Manhattan e termina, con andamento sinuoso, a Battery Park, sulla sua punta estrema.

    METROPOLITANA

    La metropolitana di New York (o Subway come è chiamata qui) funziona 24 ore su 24 per tutta la settimana e collega tutti i distretti della città. E’ quindi il mezzo ideale per muoversi.
    Fino agli anni 90 era un posto davvero malsano. Ricordo nelle mie prime visite in città, la sporcizia, la puzza ed il caldo soffocante che mi portavano a respingere l’utilizzo di questo mezzo, ma negli anni duemila è stata oggetto di un profondo risanamento ed oggi è perlopiù moderna e comoda.

    Se intendete utilizzare questo mezzo, è bene munirsi di una Metro Card, una pratica carta ricaricabile a consumo che vi consentirà di risparmiare.

    CURIOSITA’ – Life Underground

    Da qualche anno alcune stazioni della metropolitana (in particolar modo quella 14th Street / 8th Avenue), è popolata da una selva di piccoli strani personaggi. Si tratta delle sculture in bronzo dell’artista Tom Otterness, che rappresentano una critica al capitalismo.
    Mi raccomando, aguzzate l’occhio, perché sono disseminate nei posti più impensati…

    Scultura di bronzo “Life Underground” di Tom Otterness
    TAXI

    I mitici taxi gialli di New York (Yellow Cab) sono ormai un’icona della città. Sono così tanti che è quasi impossibile non trovarne uno. Sono più economici rispetto ai nostri e costituiscono una valida alternativa alla metropolitana, soprattutto nei momenti di maggiore affollamento.

    Per prenderne uno, basta verificare che l’insegna sul tetto sia illuminata (indice che il mezzo è libero) ed allungare un braccio come avrete visto fare in centinaia di film.

    Ricordatevi sempre di lasciare una mancia all’autista…

    I mitici Yellow Cabs
    BUS
    I mezzi di superficie, come sempre nelle grandi città, hanno i loro pro ed i loro contro. Mentre consentono di evitare scale e lunghi tunnel, muovendosi alla luce del sole, sono anche più lenti e spesso imbottigliati nel traffico. Personalmente preferisco prendere la metropolitana, che trovo più pratica, ma se volete girare in superficie guardandovi attorno, sappiate che nei bus newyorkesi si entra sempre dalla porta anteriore, mostrando il biglietto o l’abbonamento (che sono gli stessi della metro) all’autista. Le fermate sono in genere alle intersezioni tra Avenue e Street.
    BUS TURISTICI

    Come ho già fatto in altri post, lasciatemi spendere due parole sui famigerati Sightseeing Bus, per intenderci, i bus turistici a due piani (col piano alto scoperto) che in ogni capitale propongono giri della città con la formula “Hop-on Hop-off”.

    Per lunghi tratti della mia vita li ho snobbati sdegnosamente. Io, che mi sentivo un viaggiatore, li avevo sempre bollati come “trappole per turisti”. Da qualche anno, però, forse complice l’età, ho cominciato a guardarli sotto un’altra ottica. Quando mi è possibile preferisco sempre girare per conto mio, preferibilmente a piedi, ma quando si hanno pochi giorni a disposizione, li trovo un sistema intelligente per farsi un’idea d’assieme della città che si sta visitando, assumendone inoltre interessanti informazioni dalle audioguide
    Certo, sono piuttosto costosi, ma Il sistema “Hop-on Hop-off” consente di usufruirne come veri e propri taxi per un’intera giornata.

    Dopo New York in 3 giorni, leggete gli altri post della mia New York

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